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Sappe: “Suicidi in carcere, le responsabilità di Asl e sindaci”

"Che la situazione igienico sanitaria delle carceri, dovuta al sovraffollamento, alla carenza di servizi sanitari nonchè alla fatiscenza delle strutture è una cosa nota ormai da tempo. Che tale condizione, porti i detenuti più deboli ad una condizione di sofferenza tanto da instillare istinti suicidi o di autolesionismo è stato detto e scritto in tutte le salse.

 Che in questo contesto la politica se si esclude Pannella, il Presidente della Repubblica, ed il Papa si è completamente sfilata non ritenendo la questione prioritaria, è un dato acquisito. Purtroppo si deve segnalare che altri enti, quali Sindaci ed ASL, nonostante le reiterate richieste di intervento da parte del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, per costringere l’Amministrazione Penitenziaria a rispettare le prescrizioni di legge previste in materia di igiene e sanità, non sembrano essere intervenuti in maniera adeguata. Vogliamo ricordare che invece qualche tempo fa, il sindaco di Pordenone, constatata la grave situazione igienica sanitaria presente nel carcere locale, intimò l’Amministrazione Penitenziaria a ripristinare le condizione minime di vivibilità, pena la chiusura del carcere. Eppure l’art.11 della legge 345/75 e successive modificazioni prevede che "Il medico provinciale (ora ASL) visita almeno due volte l’anno gli istituti di prevenzione e di pena allo scopo di accertare lo stato igienico-sanitario, l’adeguatezza delle misure di profilassi contro le malattie infettive disposte dal servizio sanitario penitenziario e le condizioni igieniche e sanitarie dei ristretti negli istituti. Il medico provinciale (ora ASL) riferisce sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare al Ministero della sanità e a quello di grazia e giustizia informando altresì i competenti uffici regionali e il magistrato di sorveglianza". Finora questi controlli quando ci sono stati, non sembrano essere stati efficaci considerata la situazione disastrosa in cui versano le carceri pugliesi, mentre sarebbe necessario intimare all’Amministrazione penitenziaria il rispetto delle legge, pena la chiusura della struttura penitenziaria. L´attuale situazione oltre ad andare contro alcune leggi costituzionali ed ordinarie che dovrebbero tutelare i lavoratori nonchè la popolazione detenuta, nè offende la dignità. Il SAPPE nel suo viaggio nei penitenziari pugliesi ha trovato di tutto: stanze di 1,5x 3 metri che ospitano fino a 4 detenuti, oppure stanze per 3 posti con 7,8 detenuti; cubicoli stretti e maleodoranti con il bagno a vista; sezioni detentive in cui cadono pezzi di intonaco; muri scrostati; precaria assistenza sanitaria; mancanza di medicinali; cucine fuori legge; sezioni detentive scarsamente illuminate che emanano cattivi odori dovuti all´ umidità,al fumo passivo,al cibo ; detenuti affetti da diverse patologie, che vivono in maniera promiscua. A questo punto chiediamo che sia le ASL che i Sindaci, tornino ad appropriarsi dei ruoli assegnati loro per legge, per costringere l’Amministrazione penitenziaria ad adeguarsi, altrimenti risulta essere un esercizio inutile quello di scandalizzarsi del fatto che ogni anno nelle carceri muoiono tanti detenuti e tantissimi altri non ci riescono grazie al soccorso immediato di chi lavora in questa discarica sociale, fatta di tragedie e mancanza di dignità umana".

Il Segretario Nazionale

Federico Pilagatti.