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Monti e la liberalizzazione delle trivelle/ «Tremiti a rischio, si svende il Paese»

Il decreto per lo sviluppo agevola le multinazionali. Legambiente: «Ricerche anche a 5 miglia dalle coste». Domani la protesta bipartisan della Puglia a Monopoli.  Le liberalizzazioni targate Mario Monti valgono anche per le ricerche di petrolio alle Isole Tremiti. È quanto emerge dalla lettura degli articoli 20, 21 e 22 del testo che il consiglio dei ministri si appresta ad approvare per rilanciare l’economia italiana. Tre punti che mirano a incrementare gli investimenti in infrastrutture estrattive, a ridurre i limiti per la trivellazione in mare e a rendere snelle le procedure per la ricerca di nuovi giacimenti. «Penso tutto il male possibile – afferma Lorenzo Nicastro, assessore regionale all’Ambiente – per un provvedimento scellerato che va nella direzione opposta a quella espressa dalle popolazioni della Puglia e dell’Adriatico».

LEGAMBIENTE – «Il premier Monti – attaccano da Legambiente nazionale – promuove le attività petrolifere off-shore, sono rischio petrolio pure le isole Tremiti, Egadi e Montecristo. Nel pieno dell’emergenza per la nave Costa Crociere scopriamo che la bozza delle liberalizzazioni proposte dal governo prevede tre articoli mirati a concedere la possibilità di trivellare gas e petrolio in aree preziosissime del nostro paese con un limite di distanza ridotto dalle 12 alle 5 miglia dalla costa. Ma non solo: si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive; si abbassano drasticamente i limiti per la trivellazione in mare e si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti. Fatto salvo per i limiti ambientali, che però non frenano il disastro in caso di sversamento». «Per ottenere una buona valutazione da Standard & Poor’s e far alzare il rating – concludono da Legambiente – il nuovo governo sceglie la via più antica e obsoleta: quella di svendere il Paese ai petrolieri. Alla faccia della green economy». E proprio per manifestare contro le piattaforme petrolifere in Adriatico e a favore di un modello di sviluppo più moderno e pulito, sabato 21 gennaio a Monopoli si svolgerà una manifestazione di protesta. «Saremo in migliaia – conclude Nicastro -, la nostra posizione in merito a questa vicenda non cambia: il nostro petrolio è il mare».

DALLA PUGLIA – «È vergognoso – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -, che, mentre la Costa Concordia spiaggiata rischia di immergersi e inondare l’Arcipelago Toscano di carburante, il governo Monti vuole svendere il paese ai petrolieri. Sabato 21 gennaio a Monopoli dobbiamo scendere tutti in piazza per manifestare contro la proposta di liberalizzazione del Governo Monti, contro le piattaforme petrolifere in Adriatico e a favore di un modello di sviluppo più moderno e pulito».

IL CAPOGRUPPO PD – «Concedere per decreto alle lobby del petrolio la gestione del nostro sottosuolo e dei nostri mari come fossero serbatoi dai quali estrarre profitti, equivale a scegliere consapevolmente di condannare il nostro ambiente al rischio di inquinamento perenne. È per questo che contro la liberalizzazione delle trivelle la Puglia libererà tutta la propria rabbia e opposizione: non permetteremo mai che liberalizzare diventi sinomino di devastare». Lo afferma in una nota il capogruppo Pd alla Regione, Antonio Decaro, commentando le anticipazioni di stampa sul contenuto del decreto del governo sulle liberalizzazioni. «Si tratta – spiega Decaro – di tre articoli a dir poco inquietanti. Praticamente dopo il nucleare siamo davanti a un nuovo un incubo per tutto il Paese, e all’ennesimo schiaffo per la nostra regione al largo delle cui coste la Northern Petroleum sta già ricercando idrocarburi in spregio totale di ogni correttezza istituzionale».

GREENPEACE – In merito alla proposta del governo, inserita nel decreto sulle liberalizzazioni, di incentivare le trivellazioni autorizzandole anche a sole cinque miglia marine dalla costa, Greenpeace si rivolge al governo italiano: «Con un relitto di trecento metri che dalle scogliere del Giglio accende pesanti dibattiti in tutto il mondo sulla serietà del nostro Paese incapace, in dieci anni, di regolamentare il traffico nel Santuario dei Cetacei. Con l’incubo – in caso di rottura delle cisterne della nave – di una marea nera che tutti sappiamo ingovernabile, il Governo italiano approfitta dell’emergenza Concordia per un altro attentato al mare». «La proposta del governo Monti di riavvicinare a terra le attività petrolifere offshore – afferma Greenpace in una nota – è una minaccia alla credibilità dell’Italia. Da un governo che in altre occasioni ha manifestato la sua serietà, Greenpeace si aspetta misure volte a promuovere in tempi rapidi la green economy, come l’aumento dell’efficienza dei motori che renderebbe inutile il petrolio. È difficile credere che i petrolieri – aggiunge Greenpeace – rientrino tra le vittime della crisi economica. Le vere vittime sono i cittadini che, colpiti da politiche assurde, vengono privati dell’accesso a una rivoluzione economica e culturale capace di garantisce sviluppo, occupazione e sicurezza». Greenpeace ha aderito alla manifestazione di Monopoli.

Vito Fatiguso