"Dovremo tagliare personale e servizi". Le tariffe imposte dalla Regione non consentono all’ ente di mantenere il livello di eccellenza.
L’ospedale del Papa non sa più a quale santo votarsi. A Casa sollievo della sofferenza, in quel di San Giovanni Rotondo, per fare quadrare i conti potrebbero mettere mano a un "piano industriale" che taglierebbe personale (sono 2mila600 i dipendenti del nosocomio voluto da Padre Pio) e servizi (a cominciare da quelli per i dializzati in alcuni comuni del Gargano). «Non voglio nemmeno immaginare un’eventualità del genere, la gente ha il diritto di essere curata bene così come noi esistiamo per dare lavoro alle persone. Ma le tariffe adottate dalla Regione e attraverso le quali siamo rimborsati, ci penalizzano duramente» racconta Domenico Crupi, 62 anni, manager di fede "bertoniana" che dal 2008 in nome e per conto del Vaticano (Casa sollievo, unica nel Belpaese, dipende direttamente da Sua Santità) sbarca come direttore generale a San Giovanni Rotondo appunto perché i conti devono tornare. Non potrebbe essere diversamente in quello che è nel Mezzogiorno il primo centro di eccellenza per la ricerca scientifica, e che mette insieme ogni anno 57mila ricoveri, di cui il 17 per cento dal resto d’Italia (la prova dell’alta qualità dell’assistenza). Ma le perdite collezionate negli anni, ammontano a 123 milioni di euro, mentre i ricavi risultano stabili a quota 254 milioni. Il piano di rientro dal deficit sanitario imposto dal governo all’amministrazione regionale, non fa che peggiorare la situazione: nel 2010, meno 17,8 milioni; nel 2011, meno 12,3 milioni; per il 2012 si parla di disavanzo «ineluttabile». Il fatto è che la principale fonte di fatturato per Casa sollievo, è proprio la Regione: c’è un braccio di ferro davanti al Tar per 138 milioni. Si tratta di prestazioni a carico del servizio sanitario nazionale che, però, secondo Crupi la giunta Vendola «non ha mai saldato». Risale al 23 novembre di quest’ anno un "atto di significazione" firmato dal dg contro l’Asl di Foggia:«Siamo, creditori di 16milioni 256mila ,658 euro» sempre per prestazioni erogate, in questo caso, tra il 2007 e il 2010. Onofrio Introna, presidente dell’assemblea regionale, tenta la mediazione tra le parti: «Non possiamo voltare le spalle a un ospedale di prestigio». Non più tardi di un paio di giorni fa incontra in gran segreto, Crupi. Poi stabilisce di fissargli un appuntamento con l’assessore alla Salute Ettore Attolini prima che il bilancio di previsione per il 2013 sia discusso in consiglio (il 20 e 21). Introna fa sapere: «Mi hanno spiegato che hanno minori entrate per 20 milioni di euro. Un dato che alla vigilia di questo "faccia a faccia" con Attolini, deve essere verificato. Ho l’impresssione che non sia un’operazione facile: gli Ospedali Riuniti a Foggia o il Policlinico di Bari hanno bilanci pubblici, leggere il bilancio di Casa sollievo invece è come chiedere di mettere il naso negli affari di uno Stato straniero».
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