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Nulla di nuovo sotto il cielo di Vico del Gargano

Nessuna novità si registra sul fronte della crisi Amministrativa al comune di Vico del Gargano.

 Contro l’insignificanza partitica e politica non esiste medicina o antibiotico. Nemmeno la respirazione bocca a bocca riesce a rianimare un corpo senza cuore e invertebrato. L’immagine che proietta all’esterno, in questi giorni, Vico del Gargano è di una penosità unica nella storia amministrative e politica. Un paese chiuso nella sua mortificazione, spenti e piatti tutti i segnali reattivi e cerebrali, aspetta rassegnato che i fatti si realizzino da soli. L’economia, il lavoro, i giovani, il territorio sono parole vuote, ritornelli logori privi di sostanza. Se potessimo fare l’analisi del sangue a questo paese uscirebbe acqua fresca. Si invocano nuove elezioni come al siero dell’eterna giovinezza, ma si tace sulle cause vere dei guasti di Vico del Gargano che vanno ricercate nella qualità delle persone, dei gruppi, negli affari di famiglia. In coloro che vestono l’abito di capubastuni senza averne le qualità e in leader e salvatori della patria senza averne la stoffa. La povertà del dibattito (sarebbe meglio dire: la chiacchiera) politico e partitico non spiega che il voto è solo uno dei passaggi e neanche il più importante, come ha dimostrato la crisi di Amicarelli. Il resto lo deve fare la politica. La forza, il prestigio di una comunità si dispiega solo con la buona politica. Una chiara e netta vittoria elettorale viene vanificata, soffocata dalla stupidità e dall’assenteismo cronico della buona politica che avrebbe il compito di trasformare i numeri in azione di governo. Ma questa è materia sconosciuta dalle parti consolidate.

Michele Angelicchio