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I medici del 118 in cerca di aiuto

“Esasperati, stanchi, impauriti”. Precari ad oltranza e ambulanze senza infermieri. Incontro in Consiglio regionale.

 

Esasperati, spaventati, stanchi. Sono i medici del «118», quelli in prima linea per le emergenze urgenze in sanità che ieri in delegazione si sono recati alla sede del consiglio regionale pugliese, lato Pdl. Un fiume in piena di storie e non sempre a lieto fine e non sempre per colpa del destino. Un racconto, ma sono dieci, cento: pochi giorni fa un paziente in infarto. Sudava tanto che non si riusciva nemmeno a far aderire i sensori per l’elettrocardiogramma e il laccio emostatico continuava a scivolare. il medico l’ha visitato, calmato, gli ha fatto l’anamnesi, ha tranquillizzato i parenti. E ancora, gli ha preso l’ac­cesso venoso e fatto l’elettrocardiogramma poi tra­smettesse alla Cardio on line, ha atteso la risposta, scelto i farmaci, avviato la terapia, telefonato alla centrale operativa per far organizzare la sala ope­ratoria; sistemato il defribillatore per far fronte ad un eventuale arresto cardiaco». A volte va male, come nel caso di un’anziana signora soccorsa da un mezzo senza infermiere a bordo. Poi è arrivato, su «chiamata» tramite la centrale; ma la donna, già in arresto cardiaco, non ce l’ha fatta a superare la crisi. Storie, una dietro l’altra. il bambino soccorso a Bari, davanti al Castello «non era cosciente aveva problemi neurologici; la gente presente iniziava ad inveire contro la squadra del 118, l’hanno caricato sull’ambulanza e poco dopo ha cominciato a vomitare. Il medico a questo punto ha dovuti liberargli le vie aree, ma non c’è stato l’accesso venoso, perché l’infermiere» . Tante le questioni che assillano questi medici in prima linea. C’è quella delle ambulanze che dovreb­bero avere a bordo anche due infermieri e un soc­corritore e che Invece in Puglia spesso sono a tutti gli effetti “fuori” dalle linee guida previste in materia. Poi tutto si aggrava se si considera che tra il  personale, molti sono anche precari, con contratto a tempo. Cento medici solo nella provincia capoluogo e nonostante la legge del 31 marzo 2012 abbia sanato almeno il SO % di tali posizioni. E sempre a rischio di essere – dicono – «sballottati chissà dove, ma sarebbe il male peggiore, o di vedersi scavalcati in gradua­toria da chi ha poca, pochissima esperienza nella medicina delle emergenze». il problema è che dalla Regione ancora non ‘arriva la mappa delle «zone carenti», che prevederebbe la redistribuzione del personale. Allora protesta ad oltranza, ma senza dimenticare il dovere che in questi casi viene necessariamente sempre prima. E ieri pomeriggio l’incontro con il vece capogruppo del Pdl, Massimo Cassano che sul 118 ha chiesto una commissione d’inchiesta che indaghi su presunti sprechi, abusi regole travisate. Perché – spiega -. 1 a 1 una protesta sacrosanta da parte di chi è costretto a prestare la propria fondamentale opera al servizio della comunità in condizioni di forte sacrificio e precarietà. Oltretutto l’assessore regionale alla sanità, Ettore Attolini e con lui i manager delle Asl e delle aziende ospe­daliere, fingono di non comprendere come in seguito ad uno scriteriato piano di rientro e di riordino il servizio del "118" appare uno dei pochi superstiti a. garantire continuità assistenziale con il territorio. Ed invece si è costretti, per esempio, ad assistere ad un progetto per l’assistenza ai pazienti con infarto acuto del miocardio – progetto Ima – senza un’ade­guata disponibilità di personale».