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Peschici/ “Liberiamo l’abbazia”

La battaglia del Centro studi per recuperare Kalena. “E’ dal lontano 1997 che ce ne occupiamo e le speranze di salvarla si sono fatte concrete”.

 

Il presidente del Centro studi "Martella" di Peschici, Teresa Rauzino, con­tinua la sua battaglia per il recupero e va­lorizzazione dell’abbazia di Kalena, situata nella piana di Peschici, una fra le più antiche del Gargano (872 d.C). "E’ dal lontano 1997 – ricorda – che ce ne occupiamo e le speranze di salvarla si sono alternate spesso alla delu­sione per la mancata risoluzione del caso. In tutti questi anni – ricorda – come Centro Studi Martella – abbiamo indicato in tutte le sedi istituzionali possibili, oltre che in vari con­vegni, la valenza di questo prezioso monu­mento con innumerevoli articoli sul web e vari giornali nazionali e regionali. Per sal­vare il complesso architettonico dal degrado e dall’indifferenza, abbiamo pubblicato, col supporto di storici dell’arte e studiosi di li­vello nazionale, tre libri: il primo il 1999 ("Chiesa e religiosità popolare a Peschici"), il secondo il 2003 edito dal Parco nazionale del Gargano ("Salviamo Kalena. Un’agonia di pietra") e il terzo il 2008 ("Chiesa e religiosità popolare a Peschici. Itinerari del Parco let­terario san Michele Arcangelo-Gargano segreto"). Kalena è un monumento segnalato, dall’inizio del Novecento, da storici dell’arte importanti come Emile Bertaux. Un monu­mento regolarmente inserito dal Ministero dei Beni culturali nell’elenco dei "luoghi d’interesse" fin dal 1917, riconosciuto come monumento nazionale negli anni-Cinquanta ma, nota dolente, lasciato impunemente "fra­nare" sotto il vento e sotto la pioggia. Anni di indifferenza e noncuranza, non soltanto da parte di chi detiene il "possesso" di questi immobili, ma anche da parte della Sovrin­tendenza che è tenuta a vigilare alla loro tutela. Per chi non conosce la sua millenaria storia, ricordiamo che è un luogo-simbolo importante. ‘Non soltanto per l’identità di Peschici e del Gargano, ma del Sud Italia. La chiesa antica è divisa in due fatiscenti ga­rage-magazzini, quella "nuova", costruita dagli architetti che tornavano in Francia dalla lontana Terrasanta, è scoperchiata dal lon­tano 1943. Ci piove dentro da 70 anni or­mai Oggi – assicura Rauzino – non siamo più soltanto noi, insieme all’arcivescovo Dome­nico D’Ambrosio e ai tanti cittadini che vo­gliono salvare l’abbazia, gli utopici "visio­nari" che sognano Kàlena restituita alla sua bellezza. E pretendiamo che il sogno diventi realtà: "Liberiamo l’abbazia prigioniera”.

Franco Mastropaolo

 

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