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Vieste/ Oggi è la giornata della mobilitazione contro lo scempio del FARO

“Abbattere quella mostruosa passerella”. Parte anche una raccolta firme.

 

Oggi è la giornata della mobilitazione. Viestani sul piede di guer­ra per lo scempio che si sta perpetrando sull’isolotto di Santa Eugenia, meglio conosciuta come l’isola del faro, uno dei simboli della Vieste turistica. Organizzata dal locale circolo del Pd, ma dal sapore del tutto bipartisan, parte stamattina una petizione popolare con la quale si chiederà l’immediata rimozione della bruttissima passerella, per gran parte già realizzata, voluta dal ministero delle Infrastrutture ai fini della messa in sicurezza dell’unico farista in servizio presso la "lanterna" viestana. Una struttura in legno e acciaio che stride in modo macroscopico con la bellezza dell’am­biente, la sua storia millenaria, la sua simbologia e, soprattutto, con la sen­sibilità del popolo viestano (e non solo) rimasto davvero "ferito" dalla insensata decisione. Per i cittadini, infatti, l’isolotto del faro è come il colosseo per i romani, o il duomo per i milanesi, la torre per i pisani. Pensare di "sfregiarlo" in tal modo, adducendo motivazioni di presunta messa in sicurezza (i faristi sono lì da 150 anni), rappresenta un’offesa per tutta la comunità locale e per tutti gli esti­matori sparsi per il mondo, essendo quel­lo scorcio uno dei più fotografati in assoluto. «E’ evidente – afferma il sindaco, Ersilia Nobile che dichiara di non aver mai saputo dell’esistenza di quel progetto – che chi ha concepito quella struttura non è mai stato a Vieste o non s’è reso conto di quello che il faro rappresenta. Ci sono tanti modi molto meno invasivi per as­sicurare il sicuro accesso al personale della Marina, ma non certamente quello che è stato progettato e che va subito rimosso». Come si sa, il progetto dal punto di vista autorizzativo ha ottenuto tutti i pareri previsti dalla legge. Perfettamente legale, dunque. Ed è proprio questo aspetto che sconcerta. Difatti, se si leggono alcuni di questi pareri, vien la pelle d’oca: « L’im­patto paesaggistico dell’intervento pro­posto risulta compatibile con il territorio d’insediamento, anche in funzione delle sue caratteristiche di coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica, non genera alterazioni ai valori paesaggistici ed ambientali ma al contrario contribuisce a migliorare la qualità comples­siva dei luoghi». O, ancora: «Ben si in­serisce nel contesto in cui si propone, pertanto l’intervento così come proposto non genera alterazioni ai valori pae­saggistici e ambientali. Essendo le strutture da realizzare non invasive non si ravvisano, per quanto di competenza, motivi ostativi – all’ esecuzione delle ope­re». I viestani sono davvero arrabbiati. Rivogliono il faro cos’ì com’era prima dell’inizio dei lavori. Interessa poco se vi siano le autorizzazioni: questo non giustifica lo scempio in atto. Si sa che i lavori sono fermi in seguito ad una ordinanza del dirigente del servizio urbanistica co­munale. Ordinanza che sarebbe già stata contestata dal ministero ritenendola il­legittima: E’ evidente che ora si aprirà una battaglia legale tra enti. Una bat­taglia che, però, stavolta vedrà coinvolti anche i cittadini che già con la petizione di oggi hanno deciso di mobilitarsi democraticamente per dire no allo scempio.

Gianni Sollitto

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