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Porto di Rodi: i perchè di uno sviluppo mancato

Se ne parlava da secoli. Persino Michelangelo Manicone, il fraticello di Vico del Gargano, lo cita nella sua opera “ La Fisica Daunica “ nel 1700. Finalmente, dopo 775 giorni di lavoro, l’impresa Cidonio costruzioni completa i lavori su progetto architettonico dello Studio Capolei Cavalli. Costo dell’opera 25 milioni di euro. Nelle mani del comune di Rodi Garganico una compartecipazione del 30% coperta da un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Il 25 luglio del 2009 il Sindaco, Carmine d’Anelli, inaugura il porto: 316 posti barca, un traguardo raggiunto per la comunità rodiana e per il comparto turistico. d’Anelli scrive una lettera aperta: “ Rodi ed i suoi figli coronano un sogno, un sogno durato un secolo: il Porto Turistico.” C’è quasi la ressa per accaparrarsi le attività collaterali: bar, negozi, punti ristoro, attività varie, persino uno Yacht club. Inizia l’era Cidonio Pietro, tutto è nelle sue mani. Questa è la premessa e tante promesse. E ora, dopo appena quattro anni, L’ATTACCO ha voluto guardare dentro questa realtà per ascoltare le innumerevoli invocazioni, e imprecazioni, che giungono da tante parti, sulla gestione, i rapporti e la convivenza fra operatori, amministratori pubblici e la società Cidonio. Questo il risultato: una gestione padronale tesa solo al recupero dell’investimento fatto; una moria di piccoli investitori sotto il peso degli alti costi; perdita di competitività e fuga della clientela marinara; nessuna programmazione e promozione culturale, del tempo libero, per gli ospiti, una impossibile convivenza e una presenza pleonastica dell’Amministrazione comunale nonostante il 30% di compartecipazione. Se non cambia presto la gestione targata Cidonio, coinvolgendo il Comune di Rodi, imprenditori e operatori, la tanto sbandierata economia del porto si avvierà verso un colossale flop.
Ci dice Peppino Ventrella, assessore alla Cultura e Ambiente nel secondo mandato del sindaco d’Anelli, dal 2007 al 2012:” L’idea del porto progetto è nata ancor prima che io facessi l’assessore, intorno al 2005/2006, la costruzione del porto è iniziata nel secondo mandato d’Anelli, affidato alla Cidonio costruzioni un’azienda leader nel campo. Infatti, il nostro porto è stato classificato l’hanno scorso uno dei migliori porti in campo internazionale, anche perchè è stato costruito con le migliori tecnologie di costruzioni. Il nostro rapporto con la Cidonio costruzioni è stato un rapporto assolutamente corretto e di lealtà. Essendo un Project Financing non vi è un centesimo di danaro pubblico, per cui ci doveva essere per forza un rapporto di fiducia fra l’Amministrazione comunale e la Cidonio che ha creduto ed investito nel porto di Rodi. Nel primo anno ci aspettavamo esattamente quello che è successo: la novità, per cui tutti volevano conoscere la realtà del porto di Rodi. Dopo questa prima ondata di ottimismo le cose non sono andate verso quello sviluppo che ci aspettavamo. Non perchè non ci sono quelle potenzialità di sviluppo, c’è bisogno di una gestione che faccia decollare questo porto, con la organizzazione di eventi, le spese da gestire meglio. Molti imprenditori, che hanno investito sul porto per attività commerciali, dicono che i costi di gestione sono troppo alti. Questo, probabilmente, perchè non c’è più un rapporto tra l’impresa Cidonio e l’Amministrazione comunale; diciamo che ognuno viaggia per conto proprio, e quindi, chi alla fine non trova soddisfazione sono proprio coloro che hanno investito sul porto, per cui vedo, a malincuore, che le attività, piano piano, stanno chiudendo proprio perchè non c’è questo sviluppo delle potenzialità che ha il porto.
“ Perchè la Cidonio costruzioni non sarebbe all’altezza della gestione, che cosa non ha funzionato?”
“ Credo che la Cidonio, come impresa costruttrice, ha fatto le sue valutazioni economiche, sulla vendita dei posti barca, sulla vendita dei locali, ma ha sottovalutato l’attività che nei trent’anni questo porto può avere.”
“ Mi stai dicendo che l’impresa Cidonio ha il pensiero del “tutto e subito”?”
“ Credo proprio di sì. E’ esattamente questo, solo un discorso imprenditoriale – Ho investito questa somma, la devo recuperare. La crescita del porto, e di tutto l’indotto che c’è intorno, e di tutto il territorio del Gargano, non è mio pensiero – E, naturalmente, chi ne sta pagando il costo, di questi tempi, sono coloro che ci hanno creduto nelle attività portuali. Questo è un problema serio; chi ha creduto e chi ha investito, oggi è pentito. Si è pentito perchè non ha visto crescita, come era nelle buone intenzioni iniziali. Non c’è interessamento né da parte della Cidonio, né da parte dell’Amministrazione comunale. Noto un rilassamento totale da parte di questi due attori che dovrebbero, invece, mettere insieme le energie e far vivere questa importante struttura.”
“ Perchè l’Amministrazione comunale, ente compartecipe del porto, non interviene per migliorare la gestione complessiva del porto?”
“ Questa è una domanda che mi sono posto pure io. Per esempio: in questi ultimi due anni non si è intervenuto sull’insabbiamento del porto e sull’erosione del mare. Si doveva procedere con il dragaggio, ma non lo si fa più. Questo lavoro alla Cidonio costa un po’ di soldi e le conseguenze si riversano su tutti: il paese, le attività del porto, gli stabilimenti balneari. O l’Amministrazione comunale e la Cidonio si mettono daccordo e fanno questi lavori, oppure c’è una fideiussione, che l’impresa di costruzione ha fatto a garanzia, che è di milioni di euro, e l’Amministrazione comunale dovrebbe avvalersi per eseguire quei lavori dove la Cidonio è carente.”
“ Che domanda c’è per i 310 posti barca?”
“ Di preciso non lo so, certamente più di 200 sono stati venduti, poi ci sono quelli di transito che, nei ternt’anni della convenzione produrranno un bel guadagno, anche se, a malincuore, devo registrare che molti di coloro che hanno comprato oggi vogliono vendere a causa dei costi troppo alti. Ma è anche per la mancanza di attività collaterali all’interno del porto; non si organizzano manifestazioni, spettacoli, eventi, insomma non ci sono tracce di attrattori. L’impresa Cidonio ha l’unico interesse al ritorno economico in base all’investimento fatto. Mi chiedo: se l’impresa riesce a raccogliere in 5/6, oppure 10 anni, cosa succederà nei prossimi venti, l’impresa abbandonerà il porto? Io vedo la Cidonio come una impresa “recupero crediti” per quello che ha speso, non la vedo come una impresa dedicata alla gestione del porto per farlo vivere e crescere nei prossimi trent’anni. E’ esattamente quello che penso.”
“ Circola un’altra opinione sul porto e sulla cittadina di Rodi: l’economia che gira intorno al porto, e alla marina di Rodi, è una economia sottratta alla Rodi paese. E’ una favola metropolitana, oppure un dato reale?”
“ Nò! Questo non lo penso affatto, anzi, penso che il porto sia un volano per tutta l’economia del paese. E’ vero una cosa: purtroppo non abbiamo fatto in tempo nel portare avanti altri progetti nella precedente Amministrazione, quello dello sviluppo del Centro storico. Doveva diventare l’anello di congiunzione fra il paese e il porto, insomma, un tutt’uno. Ma il porto non ha creato danni all’economia del paese centro. Il porto rappresenta una economia aggiunta, non una sottrazione.”
“ Possiamo, quindi, dire che le attuali difficoltà del porto sono solo di carattere gestionale e di costi eccessivi da parte della Cidonio costruzioni?”
“ Sì, è assolutamente un problema di gestione. Per quanto riguarda i costi troppo alti questi rientrano in quel discorso di recuperare le somme spese senza diluirle nei trent’anni di convenzione. Io sono convinto che con una buona gestione, e l’interesse a farlo crescere dispiegando tutte le potenzialità che il porto ha, questi problemi verrebbero assolutamente superati, anzi si creerebbe economia e posti di lavoro. Sono convinto che con  rapporti “normali” fra la Cidonio costruzioni e l’Amministrazione comunale, non solo Rodi ma il territorio del Gargano può trarre vantaggio dal porto turistico.”

Piero Cotugno, famiglia di imprenditori di lungo corso, titolare dell’Hotel Tramonto e comproprietario del bel “Savè” un lounge bar sul porto rodiano. Uno dei primi a credere e investire nel  porto turistico, ci racconta:” Io sono arrivato all’inizio della costruzione ed insieme ad un amico abbiamo comprato un locale e l’abbiamo allestito a bar. Il porto è una bellissima iniziativa, un investimento che andava fatto, una struttura che andava realizzata. Certo, oggi, con il senno di poi possiamo dire tante cose, ma bisogna accettare quello che è cercando di ottimizzarlo. Le cose che non sono andate per il verso giusto sono tante. Partiamo dalla grandezza del porto, forse troppo invasiva per il nostro territorio. Forse dovevamo cercare di realizzare un porto più piccolo e di ottimizzare quello che avevamo intorno, mi riferisco, principalmente, alla Ferrovia del Gargano o ad altre situazioni lungo la costa che con il tempo sono diventate degradanti. Adesso bisogna pensare cosa fare per gestirlo al meglio. Sono convinto che ci vuole l’impegno della Amministrazione comunale e, prima di tutto, l’impegno della Cidonio costruzioni che insieme agli operatori turistici lo trasformi in risorsa per tutto il territorio.”
“ Quindi non è una responsabilità della sola Cidonio, è una responsabilità collettiva se le cose non hanno funzionato.”
“ Parliamo di responsabilità materiali; bisognerebbe leggere la convenzione, bisogna vedere come sono andate le cose. Sicuramente c’è una parte di responsabilità condivisa: da una parte l’impresa Cidonio, dall’altra l’Amministrazione comunale, ma questa sarebbe solo retorica che non porterebbe da nessuna parte. Le responsabilità ci sono e restano, però, adesso, bisogna pensare a farlo funzionare meglio con l’impegno di tutti.”
“ Se la ripresa del porto e il miglioramento della gestione passa sul punto d’incontro fra l’impresa Cidonio e l’Amministrazione comunale di Rodi, mi spieghi quali sono i rapporti fra di loro.”
“ Che io sappia, in questo momento, i rapporti non sono dei migliori. Da quello che so ci sono state interlocuzioni senza esito, non proprio buone, non per colpa dell’Amministrazione. L’Amministrazione Pinto ha dato forti segnali di apertura alla Cidonio, con quello spirito di collaborazione che la distingue. Il sindaco Nicola Pinto è un carissimo amico, molto vicino alle problematiche degli imprenditori turistici e lo ha dimostrato in tante occasioni. Bisogna capire, oggi, perchè questi rapporti non sono quelli che dovrebbero stabilirsi. Penso che la Cidonio non ha nessun interesse a ristabilire buoni rapporti, forse mi sbaglio, ma il dato è questo. Mi auguro che in futuro le cose vengano riviste, soprattutto da parte dell’impresa, la quale deve capire che gli investimenti fatti devono essere produttivi. Cito un esempio: questa estate ci doveva essere un evento con Katia Ricciarelli, ospitata all’interno del porto. La Cidonio si è opposta adducendo futili motivi, questo è una cosa gravissima, perchè un porto turistico vive anche di eventi.”
“ L’Amministrazione comunale detiene una compartecipazione del 30%. Dovrebbe contare qualcosa?”
“ Solitamente quanto c’è una società chi comanda lo fa con la maggioranza delle azioni, nel caso nostro chi comanda è la Cidonio costruzioni. Il Comune ha comunque la possibilità di dire la sua, in alcuni casi. Voglio ricordare che quando si arrivò alla costruzione del porto la Cidonio ricevette un finanziamento dal Comune di Rodi di circa 2.600.000,00 euro. Per questo l’impresa paga al Comune  delle royalties di 100.000,00 euro l’anno. Nonostante questo non credo che l’Amministrazione comunale abbia il potere di incidere concretamente, tutto è rimandato alla convenzione stabilita fra le parti all’epoca e, da quello che conosco, questa convenzione non tutela in modo adeguato l’Amministrazione pubblica, ma va a favore della Cidonio che gestisce come le pare.”
Ma i guai del porto turistico non sono solo di carattere gestionale, vi sono seri e preoccupanti problemi di natura ambientale. Il lungo braccio del molo levante ha provocato una veloce avanzata del mare con conseguente erosione e sparizione dell’arenile fino ad intaccare il fianco della strada statale 89 che collega Rodi a San Menaio. Tutte le infrastrutture balneari che operavano in quel tratto oggi sono in pieno Adriatico, con pesante ripercussione economica. La Regione Puglia vorrebbe intervenire con delle barriere a pettine, ma le associazioni ambientaliste, e i timori della vicina San Menaio, vogliono vederci chiaro per evitare che il problema erosione si sposti verso levante senza risolvere alla radice il fenomeno.
“ Anche su questo vi sono delle responsabilità. Abbiamo una crescita di spiaggia sul tratto a ponente e una forte erosione nel tratto di costa a levante, e questo è sicuramente colpa del porto.
Adesso è stato istituito un tavolo tecnico presso al Regione Puglia dove si stanno studiando le soluzioni da realizzare. Si pensa ai frangiflutti in verticale, a livello d’acqua, che sono poco invasivi e che dovrebbero risolvere il problema.”
“ Se le cose stanno come raccontate, non pensate di costituire un Consorzio fra operatori e chiedere voi la sola gestione delle attività del porto turistico?”
“ Questa è una ipotesi che, in teoria, si potrebbe portare avanti, però non dimenticare il momento di crisi che stiamo attraversando. La vedo difficile pensare ad un Consorzio che possa gestire il porto in concerto con la Cidonio, però non è del tutto impossibile. Il porto è gestito malissimo, questa è una realtà. I costi del porto, quelli dei posti barca, quelli dei locali, tante spese inutili fanno lievitare i costi. Magari fra qualche anno; io ne ho parlato anche con altri investitori e c’è, senza nasconderlo, un certo timore per questa economia bloccata. Ora bisogna fare fronte comune, bisogna far conoscere il nostro territorio e le sue bellezze, non dobbiamo farci guerra fra imprenditori, fra fazioni politiche. Tutto questo deve finire perchè non ha nessun senso, dobbiamo guardare al futuro di questo porto con rinnovato spirito.”

Michele Angelicchio