La Puglia va alla Corte costituzionale: «Non è compito del governo istituire le Città metropolitane».
Il ministro Graziano Delrio è stato avvertito ieri sera, per cortesia istituzionale, da una telefonata del capo di gabinetto, Davide Pellegrino. Ieri pomeriggio infatti la giunta regionale pugliese ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale il decreto che porta il nome del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: quello, per intendersi, che ad aprile ha abolito le Province ed ha varato (per l’ennesima volta) le Città metropolitane. Ma non è tanto sulle prime, quanto sulle seconde, che si concentrano i 14 rilievi consegnati nelle mani dell’avvocato toscano Marcello Cecchetti, incaricato di costituirsi davanti alla Consulta. TI decreto, approvato in via: definitiva alla Camera nella, stessa formulazione blindata proposta dal governo, secondo la giunta Vendola ha infatti invaso le competenze costituzionali attribuite agli enti locali del territorio. In particolare, infatti, la Puglia ritiene che lo Stato non abbia alcuna competenza per l’istituzione delle nove Città metropolitane che Renzi vorrebbe creare: la Costituzione, infatti, prevede un procedimento «dal basso» che parte dai cittadini interessati. Ma se alcuni dei punti contestati suonano come questioni di principio, altri appaiono fondamentali: In Particolare, la Puglia ha impugnato il procedimento con cui il governo Renzi intende effettuare il riordino delle competenze funzionali delle Regioni, aprendo un tavolo con i sindacati in conferenza unificata: quelle funzioni – è l’obiezione – non devono essere concordate con nessuno: si tratta di un punto nodale, perché da li discendono anche le capacità di spesa. Allo stesso tempo, la Puglia ha impugnato la norma con cui il decreto Delrio vorrebbe annacquare i poteri regionali sull’identificazione dei confini delle città metropolitane: se la Regione non è d’accordo, infatti, è previsto che decida il ministro per gli Affari regionali. Anche il Veneto due giorni fa, ha deciso di impugnare il Delrio su motivi simili ma non coincidenti, ed è possibile che altre Regioni (si è parlato dell’ Abruzzo) seguano lo stesso esempio. Il termine dovrebbe scadere oggi. Ieri la giunta ha anche approvato lo schema-tipo del bando per l’aggiornamento dell’albo degli idonei alla nomina di direttore generale delle Asl. È ancora ferma in un cassetto, invece, la delibera con i risultati delle verifiche di metà mandato sui manager sanitari: sarebbero in due a non aver superato l’ésame.
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