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Vico/ Igiene precaria del pesce

Protestano cittadini e rivenditori.

 

Ci vuole molta prudenza nel dare del “ pescivendolo “ al prossimo. A Vico del Gargano è diventato un mestiere impossibile, stoico, da quando una ispezione della Capitaneria di Porto di Vieste e dell’Ufficiale veterinario della ASL determinarono la chiusura per inagibilità dei  tre banchi-pescheria comunali. Era l’ultima settimana di marzo. Segue, in data 1 aprile 2014, l’Ordinanza di chiusura temporanea dell’intero mercato coperto, emessa dal sindaco, precisando il periodo di trasferimento di ogni attività commerciale dal 2 aprile al 16 aprile 2014. Allo scadere della Ordinanza il commercio ortofrutticolo riprende normalmente l’occupazione degli spazi di vendita all’interno del mercato coperto,  mentre l’attività delle pescherie resta ad oggi ancora vietata.
Interpellato il responsabile del servizio veterinario ci ha fatto sapere che ben due comunicazioni sono state inviate al Comune di Vico del Gargano, accompagnate dalla normativa, nazionale ed europea, per la messa a norma delle celle frigorifere, per la custodia e conservazione del pesce, a tutela dell’igiene e della salute dei consumatori. Il problema resta irrisolto con grave pregiudizio economico ed igienico-sanitario. La stagione estiva, le alte temperature, la mancanza di acqua corrente, la vendita in furgoncini di incerta idoneità, contribuiscono a creare uno stato di disagio e precarietà fra i rivenditori di pesce che hanno denunciato una rilevante perdita economica e una diffidenza fra i consumatori che poco si fidano della manipolazione, conservazione del pescato perdurando questo stato di fatto, dove nessuno certifica e tutela la regolare condotta igienica-sanitaria per questa precaria modalità di vendita.
Nulla è dato sapere dall’Amministrazione comunale, a cui i rivenditori si sono sistematicamente rivolti per far ritorno, nel più breve tempo possibile, al banchi-pescheria per riprendere in normali condizioni igienico-sanitarie la vendita e recuperare le perdite causate da queste precarie condizioni.

Michele Angelicchio