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Tribunale Lucera: la speranza ferita dalle relazioni

Terminata la parentesi elettorale a livello nazionale e locale, si torna a parlare di tribunale, visto che non sono definitivamente tramontate le speranze di salvezza mediante eventuali modifiche da apportare alla riforma della geografia giudiziaria. In realtà, così come accaduto in questi ultimi mesi, le indiscrezioni e gli umori sul presidio di Lucera soppresso insieme ad altri trenta non paiono positivi.

 Da qualche giorno circola, in forma rigorosamente non ufficiosa, una relazione tecnica sull’amministrazione della giustizia a seguito del varo della legge. Per la provincia di Foggia non vengono evidenziate particolari criticità dopo l’accorpamento alla grande sede del capoluogo, diventata nel frattempo il quarto tribunale d’Italia. 
Le affermazioni riportate, invece, sono state fortemente criticate dal mondo dell’avvocatura, in particolare a Lucera dove invece vengono citati esempi concreti di allungamento dei tempi per le udienze e disagi ulteriori per i cittadini.
Il Comitato per la difesa della legalità ha colto l’occasione per rilanciare la questione, e durante un incontro di venerdì scorso direttamente in Piazza Tribunali è stato fatto il punto della situazione, tra la programmazione di iniziative a breve termine e commenti su quanto accaduto finora.
“Quel testo della commissione ministeriale di monitoraggio, qualora confermato – ha detto il presidente del Comitato Raffaele Preziuso – contiene passaggi falsi e infamanti, perché negano una realtà oggettiva e facilmente dimostrabile”.
Il prossimo appuntamento concreto è fissato per mercoledì mattina a Roma dove è in programma un incontro con il vice segretario nazionale del Pd Debora Serracchiani che incontrerà assieme ad altri parlamentari del suo partito i rappresentanti del comitato “Sei da salvare”, l’organismo che da almeno un anno comprende le intenzioni comuni di salvezza di Lucera, Chiavari, Bassano, Tolmezzo, Pinerolo e Rossano Calabro. Per Lucera parteciperà anche il neo sindaco Antonio Tutolo.
“Dobbiamo ricordare a noi stessi – ha detto l’avvocato Dino Grasso – che l’attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando prima del suo incarico aveva sostenuto la nostra causa in un incontro a Chiavari, per cui ora dovrebbe solo attuare quel suo proponimento. E’ bene che ci dicano una volta per tutte cosa vogliono fare, perché noi non siamo disposti a farci prendere ulteriormente in giro. Se proprio il tribunale di Lucera deve morire, allora sentiranno le nostre vibrate rimostranze”.
In effetti qualche piccolo segnale di speranza arriva proprio dal ministro Orlando che in nome della “discontinuità” qualche giorno fa ha sostituito il capo dipartimento Luigi Birritteri, uno dei più strenui difensori della riforma. Al suo posto è stato scelto Mario Barbuto, mentre il nuovo capo di gabinetto in Via Arenula è Giovanni Melillo, originario di Volturino.
Tuttavia è ancora unanimemente riconosciuto che i “tecnici” (magistrati innanzitutto) promotori della riforma continuano ad avere il sopravvento in mancanza di una chiara e univoca volontà politica di riforma e contro-riforma. 

Riccardo Zingaro
(Luceraweb)

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