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Bankitalia: Puglia con segno meno

L’economia pugliese attraversa una "fase di transizione" in cui, nonostante il 2013 sia stato "segnato dalla recessione", con la "riduzione del 2,4% del valore aggiunto in regione (-2,6% nel 2012) e dell’1% del fatturato delle imprese (-2% nel 2012)", si registrano "segnali positivi" sotto il profilo della "fiducia e delle prospettive future". E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Banca d’Italia sulla economia della Puglia, presentato questa mattina a Bari alla presenza, tra gli altri, del responsabile della filiale pugliese, Giorgio Salvo. Secondo i dati dello studio, le imprese pugliesi lo scorso anno hanno "contratto gli investimenti del 18%", riducendo anche l’utilizzo dei propri impianti "dal 71 al 67 per cento". L’export continua a rappresentare "la chiave" per uscire dalla crisi e, anche se nel 2013 il valore è stato inferiore del 10,4% rispetto al 2012, tra il primo e il quarto trimestre dello scorso anno le esportazioni sono cresciute del 23%". Inoltre, il 45% delle oltre 300 imprese con almeno 20 addetti, oggetto dello studio di Bankitalia, ha confermato che "nei prossimi tre anni intende espandersi all’estero". "Continua" invece a "scendere" il valore della produzione delle imprese di costruzioni, segnando un -5% che determina un calo del 6,8% del valore aggiunto" del settore.

Le compravendite delle abitazioni si sono "ancora ridotte" nel 2013: -5,8% con una "flessione dei prezzi imobiliari del 6,9%". E per "effetto dell’arretramento del mercato immobiliare", le erogazioni di nuovi mutui abitativi sono scese "a poco meno di un miliardo di euro: dal picco del 2007 la riduzione è stata del 62%".
In generale il "credito ai residenti in Puglia è diminuito del 3,4%", e i finanziamenti alle imprese si sono ridotti sia per le imprese con meno di 20 addetti (-2,5%) sia per le altre (-3%). Per Salvo, "le imprese dipendono eccessivamente dal credito bancario e quindi bisogna agire sia sul dato strutturale, riequilibrando la situazione finanziaria delle imprese, sia a livello congiunturale, facilitando l’accesso al credito delle piccole imprese attraverso il sostegno delle garanzie da parte dello Stato".

Di questa "debolezza del ciclo economico" ha risentito molto "il mercato del lavoro" e in Puglia il "tasso di disoccupazione è salito al 19,8%", con una riduzione del numero degli occupati di "81mila unità (-6,6%), ovvero più della media nazionale e delle altre regioni meridionali". Il calo, "in parte attenuato nell’ultimo scorcio dell’anno", si è "esteso all’occupazione femminile: le donne occupate nel 2013 sono diminuite del 5,7% rispetto al 2012". La "flessione" è stata "particolarmente intensa" fra i giovani, soprattutto quelli con titolo di studio elevato". Il tasso di disoccupazione "tra i 15 e i 34 anni ha raggiunto il 33,7%, e il 27,5% degli occupati in questa fascia d’età ha forme di lavoro flessibili".

Questo quadro generale ha portato le famiglie pugliesi a "ridurre la spesa per i beni durevoli dell’8,1%". Il turismo segna "una lieve crescita (+0,5%)" nel 2013 quando i "turisti stranieri hanno rappresentato il 18,3% delle presenze", ma il traffico passeggeri "nei principali aeroporti pugliesi è sceso del 4,9%". Infine, il settore agroalimentare "che in Puglia riveste un valore superiore che in altre regioni", ha visto un "incremento del 2,4% del suo valore aggiunto".

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