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“Pos inutili e costosi, non li mettiamo”, dagli ambulanti agli avvocati a Bari è rivolta

Professionisti e commercianti non hanno alcuna intenzione di adeguarsi alla nuova normativa. Gli ingegneri: "Nessuno lo ha installato e lo installerà".

 

Il Pos, questo sconosciuto. Pagare con bancomat o carte di credito la visita specialistica dal medico, l’intervento dell’idraulico, la colazione al bar o la spesa al mercato è ancora un tabù. A una settimana dall’introduzione dell’obbligo della macchinetta per commercianti, artigiani e liberi professionisti per prestazioni superiori ai 30 euro a Bari non è cambiato nulla.

E non solo perché l’obbligo non prevede alcuna sanzione. Ma perché professionisti e commercianti non hanno alcuna intenzione di adeguarsi alla nuova normativa. E non solo perché l’obbligo non prevede alcuna sanzione. Ma perché professionisti e commercianti non hanno alcuna intenzione di adeguarsi alla nuova normativa. "Nessuno ha installato il Pos e lo installerà  –  ragiona l’ingegnere barese Nicola Ladisa  –  è inutile ed è solo un arricchimento per le banche. Nel nostro caso, poi, difficilmente ci sono cifre basse da pagare, il compenso minimo è di 400 euro, ma il grosso sono lavori di progettazione sui 4-6mila euro e la carta di solito ha un tetto di spesa di 2mila euro al mese. Il problema sorgerebbe solo se il cliente chiedesse di pagare con il bancomat, ma lo stiamo superando indicando, nella sottoscrizione di incarico, la possibilità in alternativa di eseguire un bonifico".

Non va meglio tra gli avvocati. "Il Pos è inutile, antieconomico, solo un costo aggiuntivo  –  spiega Cristina Conte, civilista  –  molti clienti non hanno neanche un conto corrente. Già è complicato essere pagati, figuriamoci con il Pos. Se il cliente potesse detrarre le spese dell’avvocato sarebbe invece più semplice". Tra i legali l’opinione è comune e nessuno sembra essersi mosso. Tanto più tra i penalisti dove le spese per affrontare un processo sono maggiori e le tariffe superano di gran lunga i limiti di pagamento delle carte bancomat.

Nessuna transazione virtuale neanche negli studi medici anche se l’Ordine si è attivato. "Stiamo cercando convenzioni con le banche per tentare di abbattere i costi  –  racconta il presidente Filippo Anelli  –  Il rischio è che si ritocchino le tariffe anche se sarebbe deleterio scaricarle sui pazienti. Le banche potrebbero agevolarci. Per ora i medici sono tutti in attesa".

Tra gli artigiani e i commercianti va ancora peggio. La novità al mercato di Santa Scolastica è stata accolta con diffidenza. "La prima difficoltà è quella della linea telefonica, non c’è  –  osserva Franco Milella, un box macelleria al mercato,
rappresentante regionale di Confesercenti  –  bisognerebbe usare il wi-fi o lo smartphone, ma molti sono anziani e non hanno dimestichezza. Se diventasse effettivo l’obbligo del Pos, sarebbe un gran caos. Ci sono costi elevati, 250 euro l’anno, un’altra mazzata delle banche. A chi vende prodotti ittici e di macelleria converrebbe perché facilmente si raggiunge una spesa di 30 euro, ma a chi vende frutta e verdura?". Né idraulici né elettricisti hanno seguito l’obbligo. Persino nei bar, nel centro di Bari, c’è chi il Pos l’ha tolto per le troppe spese.

Non ci stanno però i consumatori. "Servono sanzioni adeguate per i trasgressori  –  protesta il presidente di Adiconsum Puglia Basilicata, Giovanni d’Elia – Il problema che va affrontato e definito riguarda da un lato la cultura della legalità di una parte di imprenditori e professionisti, soprattutto di alcune

categorie note per le dichiarazioni dei redditi al di sotto di quelle dei propri dipendenti, dall’altro la riforma complessiva del fisco che deve prevedere, su alcuni costi importanti (quali sanità, spese legali, idraulica) il sistema delle detrazioni dall’Irpef dei contribuenti".

FRANCESCA RUSSI
Repubblica  –  Bari –

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