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Peschici/Il Codacons vuole un’indagine

L’Esercito al lavoro tra sete di giustizia. e ombrelloni riaperti.

 

Un esposto alla procura di Foggia è stato pre­sentato dal Codacons per chiedere un’indagine sull’alluvione che ha colpito diversi Comuni del Gargano, causando anche due vittime. «Ciò che è avvenuto – sostiene l’associazione dei consumatori – non si può attribuire solo al maltempo ma le responsabilità sono da ricercare nell’intervento dell’uomo e nell’assenza di controlli e interventi da parte delle autorità competenti e delle istituzioni». Ecco perché il Codacons chie­de l’apertura di un fascicolo di indagini per accertare «even­tuali responsabilità degli enti locali e delle istituzioni sul fronte dei controlli, della vigilanza e degli interventi disposti a tutela del territorio». Al momento nessun fascicolo è stato aperto dalla Procura di Foggia anche se questo non significa che, quanto accaduto nei giorni scorsi sul Gargano, non sia tenuto sotto osservazione dalla magistratura. E il presidente provinciale di Confedilizia, Franco Granata, punta l’indice contro i Consorzi di Bonifica chiedendo una commissione di inchiesta per accertare «le loro responsabilità per il palese dissesto di cui il territorio è vittima». Intanto a Peschici, Rodi Garganico e negli altri centri del Gargano colpiti dalle bombe d’acqua continua il lavoro dei militari dell’11esimo reggimento Genio Guastatori di Foggia e della Protezione civile per ripulire strade e zone delle città ancora invase dal fango. Venticinque i militari del genio che stanno operando in zona con sei mezzi movimento terra. I genieri stanno operando sulle strade provinciale e statali, molte delle quali ancora im­praticabili perché invase da fango e detriti. I militari foggiani sono anche intervenuti in una zona di campagna di Peschici, pulendo alcune strade che di fatto avevano isolato 17 fami­glie. Il lavoro si è allargato anche in un residence e in un camping dove alcune automobili e autocaravan di turisti erano rimaste intrappolate nel fango. I militari sono intervenuti pure a Rodi in un albergo cittadino per ripulire il parcheggio dove fango e detriti avevano completamento sommerso una decina di automobili di vacanzieri. E intanto qualche opera­tore turistico ieri mattina ha riaperto gli ombrelloni e le sdra­io sperando nell’ultimo scorcio d’estate. <<Il Gargano e Pe­schici non sono morti – ha detto un piccolo imprenditore – certo i danni per alcuni colleghi sono incalcolabili ma io apro anche per loro. Per far capire al turismo che Peschici non è solo incendi e alluvioni. Spero che anche altri operatori facciano come me. Dobbiamo avere la forza per ripartire».