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Puglia/ Con la pillola Ru486 l’aborto si fa in day-hospital

Approvate le nuove linee guida: Ivg senza più ricovero.
Gli ospedali pugliesi potran­no somministrare la pillola Ru486 in regime di day-hospital. Lo prevedono le nuove linee guida in materia di inter­ruzione volontaria di gravi­danza che la giunta regionale ha approvato ieri, recependo un documento predisposto dagli esperti pugliesi che aveva ottenuto l’ok del mi­nistero. Potrebbe sembrare una piccola novità, ma in realtà cambia molto. Perché, oltre a non far gravare sulla donna la scelta di rifiutare il ricovero, le nuove linee gui­da rispondono anche all’esigenza di ammorbidire, per certi versi, il pro­blema dell’obiezione di coscienza. Il medico obiettore può rifiutarsi in en­trambi i casi ma, spiega il capo del dipartimento Salute della Regione, Gio­vanni Gorgoni, «un conto è sommini­strare la pillola, un conto è mettere in atto la procedura chirurgica di inter­ruzione di gravidanza che richiede an­che l’anestesista e la disponibilità della ­sala operatoria». Insomma, un solo me­dico non obiettore potrà assistere in regime di day-hospital anche quattro o cinque pazienti. Oggi, come detto, la somministrazio­ne della Ru-486 avviene solo in regime di ricovero. Ciò che accade nella pratica è che dopo aver assunto la pillola la donna firma per le dimissioni (e contro il parere dei medici) e se ne torna a casa. Questo crea un problema ammi­nistrativo all’ospedale (si tratta di un ricovero inappropriato) ma, soprattut­to, un problema etico. «Si lasciava alla paziente – spiega Gorgoni – la respon­sabilità di un atto come rifiutare il ri­covero che, pure condivisibile, finisce per essere un autodifesa: non rimanere solo in ospedale, magari anche solo per privacy. Interrompere una gravidanza non è mai piacevole, per nessuno». Le nuove linee guida, predisposte dal Comitato punti nascita regionale, pre­vedono che la Ru-486 venga somministrata in day-hospital «salvo condizioni particolari». È necessaria ovviamente la richiesta firmata dal medico, e la gravidanza deve essere precedente alla settima settimana. La paziente dovrà sostenere una visita ambulatoriale per effettuare l’ecografia: se sceglie la pil­lola, l’erogazione avviene il giorno se­guente la permanenza in ospedale è limitata alle tre ore successive. La pa­ziente dovrà tornare in ospedale nei due giorni successivi: la prima volta per l’ecografia di controllo, la seconda per la somministrazione del misopro­stolo (induce l’espulsione del feto). Do­po due settimane dalla Ru-486, la pro­cedura si conclude con un’ulteriore ecografia per verificare l’interruzione della gravidanza ed analizzare even­tuali complicanze. Insieme alle linee guida è stato ap­provato anche il modulo di consenso informato, per confermare alla pazien­te la possibilità di interrompere il trat­tamento in qualunque momento. In Pu­glia si eseguono ogni anno circa 9mila interruzioni di gravidanza (dato più o meno costante), di cui circa 800 con la Ru486: l’utilizzo della pillola segna un trend in lento ma continuo aumento, ma la scelta sembrerebbe una questio­ne culturale.