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Due morti in 10 giorni a Vieste esplode la faida. Dopo l’omicidio Notarangelo: si spara per vendetta. La Dia nel suo rapporto sottolinea l’ascesa delle “giovani leve”.

Due morti in dieci giorni. Si spara a Vieste. E si uccide. La tregua è finita da tempo, ma adesso il fenomeno sta assumendo connotati preoccupan­ti. L’altra sera l’ultimo agguato: nel mirino Onofrio Notarangelo, fratello del più noto boss Angelo, freddato due anni prima sulla pro­vinciale che collega Mattinata a Vieste. È dunque riesplosa la guerra tra i clan sul Gargano. Ed in meno di dieci giorni a Vieste si conta il secondo morto. Fucilate in piazza, all’imbrunire, senza aver timori di essere visti e scoperti, a poche centinaia di metri dagli edifici istituzionali. La nuova vittima di questa faida è Onofrio Notarangelo, il fratello del boss di Vieste, Angelo No­tangelo, detto «Cintaridd», a sua volta assassinato il 26 gennaio di due anni fa. L’omicidio è avvenuto in via Verdi, nei pressi della caserma dei carabinieri. Onofrio, 46enne, è sta­to ucciso. con quattro colpi di fucile che lo hanno sorpreso mentre era solo nella sua auto, una Fiat Pun­to, nei pressi della sua abitazio­ne. Secondo una prima ricostruzione l’uomo era a bordo dell’uti­litaria quando è stato affiancato dai killer che hanno esploso nu­merosi colpi di fucile: quattro quelli a segno, che lo hanno ucciso sul colpo. Si tratta del secondo grave fatto di sangue a Vieste negli ultimi 10 giorni. L’omicidio di Notarangelo, in­fatti, potrebbe rappresentare la risposta all’agguato teso a Vin­cenzo Vescera, il 32enne ucciso dieci giorni fa in via San Nicola, a breve distanza dal luogo in cui l’altra sera è stato freddato Ono­frio Notarangelo. Sull’accaduto la­vorano i Carabinieri che stanno conducendo indagini serrate. Si scava anche nel passato della vittima. Onofrio Notarangelo, 46 anni e un piccolo precedente risalente agli anni Novanta, è stato ucciso con quattro colpi di fucile calibro 12 che lo hanno colpito al volto, alla spalla e al torace. I killer lo hanno ucciso esplodendo vari col­pi di fucile attraverso il finestrino lato guida. L’uomo è morto sul colpo. I carabinieri hanno ascoltato amici e parenti dell’uomo ed han­no eseguito alcune perquisizioni e stub ( l’esame che serve ad rilevare la presenza di polvere da sparo su pelle e tessuti). Al momento le indagini si concentrano dunque sulla pista della vendetta del clan avversario, una risposta all’omicidio di Vincenzo Vescera, il 32en­ne ucciso dieci giorni fa in via San Nicola sempre nella cittadina garganica. Intanto, nelle campagne di Vieste è stata ritrovata un’auto bruciata: non si esclude possa essere quella uti­lizzata dai sicari. Nel frattempo torna il timore che la guerra tra i clan rivali, che controllano estor­sioni e spaccio, possa fare altri vittime. Nell’ultima relazione pubblicata dalla Direzione Investigativa Antimafia nelle scorse ore (periodo analizzato primo semestre 2016), c’è un intero capitolo sul Gargano. “Lo scenario criminale dell’area garganica – si legge – appare caratterizzato dall’ascesa delle giovani leve desiderose di colmare i vuoti determinati dalla detenzione di elementi di vertice della mafia garganica, in particolar modo di quelli lasciati dal clan dei Montanari”.
Secondo gli uomini della Dia, sarebbe in atto, pertanto, una fase di riassetto, sintomatica di un silente processo evolutivo di crescita criminale delle organizzazioni autoctone, non più gregarie, che starebbero acquisendo una maggior propensione a limitare la propria efferatezza, individuando nuovi obiettivi criminali anche all’interno della “cosa pubblica”.
“Nell’area di Vieste – è scritto nella relazione -, il forte indebolimento del clan Libergolis, conseguente alla detenzione dei vertici, avrebbe creato degli spazi operativi che potrebbero essere occupati dalle batterie organiche allo stesso clan dei Montanari. Le attività illecite predilette dalla criminalità garganica rimangono comunque il traffico di sostanze stupefacenti, le estorsioni ed i reati di natura predatoria, compiuti in particolar modo mediante gli assalti ai tir ed ai portavalori. In tali ambiti, è stata rilevata un’interazione anche con le realtà criminali presenti nel resto della provincia”.
E infine, “per quanto attiene al mercato degli stupefacenti, Vieste si conferma uno snodo strategico per i comuni limitrofi di Peschici e di Rodi Garganico, mentre Manfredonia si attesta come la piazza più importante per l’approvvigionamento dell’intera macro-area, cui concorrono anche corrieri albanesi”.