Non si trova dal giorno della scarcerazione, avvenuta il 6 febbraio, Maree Raduano, 33 anni, viestano, ritenuto un emergente della malavita di Vieste dove dal gennaio 2015 al gennaio scorso si sono registrati 5 omicidi (2 in 10 giorni un mese fa) e due agguati falliti: alcune delle vittime erano amiche di Raduano. In questo caso però non ci si trova davanti ad una «sparizione» misteriosa magari collegata all’ennesimo caso di lupara bianca, ovvero persona uccisa e cadavere fatto sparire, ma ad un allontanamento volontario di chi non vuole essere rintracciato dai carabinieri per vedersi rinotificare la sottoposizione alla sorveglianza speciale, che riterrebbe ingiusta perché basata su presupposti datati nel tempo. Il fatto che di Raduano si siano perse le tracce l’hanno detto ieri i carabinieri nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale di Foggia per dar conto di 16 arresti eseguiti tra Foggia, alto e basso Tavoliere e Gargano nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio. «Nell’area garganica prosegue incessante l’attività di ricerca di Marco Raduano, scarcerato a seguito di sentenza d’appello del 6 febbraio scorso e resosi irreperibile sin da quel momento, sebbene non sia destinatario di ulteriore misure cautelari» hanno detto dall’Arma. «Raduano non è sparito dalla circolazione» spiega il suo legale, l’avv. Francesco Santangelo «ma non vuole essere risottoposto alla sorveglianza speciale che gli fu applicata anni fa dall’ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Foggia, in seguito al suo coinvolgimento nel cosiddetto “processo Medioevo”: nel momento in cui è stato scarcerato a inizio mese dopo essere stato assolto per una vicenda di detenzione illegale di armi, i carabinieri lo cercano per rinotificargli la sorveglianza speciale: ha ancora poco più di un anno di misura di prevenzione. Misura di prevenzione che però non è più automaticamente applicabile perché una recente sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che la pericolosità sociale dell’individuo, presupposto per l’applicazione della sorveglianza speciale, deve essere rivalutata una volta cessato il periodo di detenzione. Ritengo quindi che debba essere fissata una nuova udienza davanti a giudici dell’ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Foggia per rivalutare la posizione di Raduano e decidere solo dopo aver valutato i nuovi fatti e ascoltato le ragioni della difesa se applicare o meno la misura». Raduano al momento è in attesa di giudizio per 4 vicende. È imputato a piede libero nel processo «Medioevo» contro il racket della guardiania per il quale fu condannato in primo grado dal Tribunale di Foggia a 8 anni e 4 mesi, vicenda per la quale fu arrestato nel 2011 e per la quale dopo la scarcerazione gli fu applicata la sorveglianza speciale. È a piede libero nell’inchiesta della Procura di Larino e dei carabinieri relativa ad un assalto ad un furgone carico di sigarette per 200mila euro avvenuto a Termoli nel giugno 2015, vicenda per la quale fu arrestato nell’agosto di quell’anno venendo scarcerato dopo poche settimane dal Tribunale della libertà di Bari per insufficienza di indizi. È a piede libero per un’accusa di detenzione ai fini spaccio di mezzo chilo di cocaina sequestrata dai carabinieri nel settembre 2015, indagine per la quale nel gennaio 2016 gli fu notificata un’ordinanza cautelare in carcere poi revocata: il processo è in dirittura d’arrivo. Ed è libero Raduano dopo la sentenza della corte d’appello di Bari che lo scorso 6 febbraio l’ha assolto, e scarcerato, dall’accusa di aver fatto custodire ad un insospettabile ex guardia giurata un vero e proprio arsenale: 6 fucili, 1 carabina, 5 pistole e revolver, munizioni anche per mitra. Per questa vicenda Raduano era stato arrestato il primo agosto del 2015: inizialmente finì ai domiciliari, poi in cella. In primo grado i giudici del Tribunale di Foggia gli inflissero 6 anni, sentenza ribaltata in appello a inizio febbraio con assoluzione e conseguente scarcerazione.
gazzetta di capitanata
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