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La relazione di Laganella nel 279° Anniversario della morte del Giannone.

Il convegno dopo 14 anni di oblio del Giannone è nato, successivamente a un interesse del sottoscritto di don Francesco Agricola, e di Luigi Carbonella Luigi a cercare di trovare la sepoltura del Giannone. Un primo passo è stato fatto nel ricevere la fotocopia dell’atto di morte dello studioso dal parroco della chiesa di Santa Barbara dove il Giannone era stato sepolto. Successivamente si accertava che il Giannone era stato sepolto nella chiesa di santa Barbara, ma questa veniva abbattuta e ricostruita a poca distanza.
Tramite un documento del 1850 rinvenuto da Vincenzo Civitavecchia si accertava che sulle fondamenta della vecchia chiesa di Santa Barbara era stato ricostruito un locale adibito a cucina della Cittadella nel cui interno c’era un epigrafe che indicava che sotto la pavimentazione c’era la sepoltura del Giannone.
Le ricerche continuavano, ma si arenavano per dei lavori in corso nella zona della Cittadella per la costruzione di parcheggi sotterranei nella zona interessata.
Nella speranza che questi lavori non distruggano la sepoltura del Giannone le ricerche continueranno ad ultimazione degli stessi.
Dalle ricerche effettuate si rilevava che il cognome del Giannone in origine fosse Iannone e non Giannone. La certezza assoluta si aveva dalla consultazione dell’archivio della Chiesa Madre d’Ischitella da cui si rilevava che il padre del Giannone alla data di nascita in altri documenti precedenti era indicato come Scipione Iannone e non Giannone.
La scoperta assumeva una rilevanza importantissima perché andava a smentire uno degli studiosi più autorevoli del Giannone, il Panzini, che afferma che la famiglia originaria del Giannone fosse di Bitonto. Da queste nuove scoperte del sottoscritto, si desume invece, che l’origine del Giannone è solo garganica e precisamente originaria di Cagnano Varano. Del resto il cognome Iannone è ancora presente a Cagnano e lo è sin dal 1580 come si desume anche da alcune citazioni nel libro della Prof.ssa Crisetti e da alcuni documenti rinvenuti presso l’archivio di stato di Foggia. Mentre la madre: Lucrezia Micaglia era anch’essa di Peschici e quindi garganica, appartenente a una importante famiglia. Da rilevare che dalla documentazione rinvenuta, risalente al seicento, è stato accertato anche la figura di un sindaco con lo stesso cognome. Altre chicche sono state evidenziate come la scoperta di rapporti di comparizia del Giannone con il Principe Pinto che spiegano la sua vicinanza allo stesso Pinto e l’interessamento a vendergli la farmacia del padre e di farsi assistere dallo stesso in un contenzioso. Accertato anche che fu la madre del Giannone la madrina di battesimo di più figli naturali del principe. Altri documenti ci dimostrano che lo zio del Giannone, Carlo, intentò anche una causa contro il figlio Giovanni, e che si fosse sposato a San Marco in Lamis con una del posto dal nome de Theo.
Un’ultima chicca, grazie anche a Vincenzo Civitavecchia, il rinvenimento di una pubblicazione inedita del 1765 sulla vita del Giannone di un autore sconosciuto, da cui si evince come il Giannone prima del 1723 scampò a un agguato grazie al suo cocchiere che spronò i cavalli della sua carrozza riuscendo a sfuggire ai suoi persecutori. Altre aspetti storici e di vita dello studioso ischitellanno verranno ampiamente trattati e svelati nel corso del prossimo convegno che si terrà a Ischitella il 7 Maggio, anniversario della sua nascita.

Giuseppe Laganella