La Giunta di Federpesca, riunita a Roma anche per affrontare le persistenti difficoltà del settore, ha assunto all’unanimità una posizione netta sulla prospettiva di reiterare un ulteriore periodo di fermo biologico, senza che siano state corrisposte alle imprese le indennità dovute . per il fermo osservato obbligatoriamente negli anni 2015 e 2016.
«Un ritardo inaccettabile, frutto di impreparazione e improvvisazione» – attacca – Luigi Giannini, presidente della Federazione – «L’interruzione prolungata dell’attività di pesca, imposta nello scorso biennio attraverso fermo biologico e fermo tecnico, ha costretto le aziende a sopportare comunque i costi di armamento del peschereccio». Invece quest’anno, dicono con sicurezza dalla giunta di Federpesca – nessuno potrà impedire il disarmo generalizzato delle unità da pesca destinatarie della misura se gli armatori non incasseranno. prima le .indennità attese da ben due anni». Il nuovo fermo, stando alle intenzioni anticipate dal ministero delle Politiche Agricole, sarebbe indennizzato per sole 26 giornate, a fronte di un’interruzione di 90 giorni, includendo il fermo tecnico. «Neanche chiaro, a tutt’oggi – dicono da Federpesca – il meccanismo di erogazione dell’indennità giornaliera prevista per gli equipaggi dalla norma introdotta per il 2017 dalla Legge di stabilità: 30 euro lordi al giorno, senza una espressa previsione sugli (meri contributivi, senza un preciso meccanismo di erogazione». Federpesca da sempre sostiene l’opportunità di una modulazione dello sforzo di pesca, anche per periodi più lunghi, ma che passi attraverso la chiusura generalizzata una adeguata fascia di rispetto dalla costa, quella maggiormente deputata alla riproduzione e all’accrescimento di taglia delle specie ittiche. «C’è però – conclude Giannini – chi propende per un fermo sempre uguale a se stesso, che impegni risorse pubbliche teoricamente destinate al parziale ristoro di imprese e lavoratori. Ciò anche in considerazione del fatto che molte aziende risulteranno comunque escluse a causa di penalizzazione derivante dal feroce sistema sanzionatorio in vigore. A questo punto, per gll imprenditori della pesca italiana, meglio lasciare i pescherecci in disarmo a banchina e andare in spiaggia, chiedendo magari ospitalità sotto l’ombrellone dei politici e degli amministratori che portano la responsabilità del settore».