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Ischitella/ Il processo al Visconti (3° parte).

Essendo ricorso ai piedi di S.V. che dico già un giorno Gio Batta Visconti un tempo che era sindaco dell’Università d’Ischitella espose con un suo memoriale che dell’ill.re Marchese Giuliano che solo insinuava che messi aggravi di apressioni in pregiudizio si quanto pubblico, particolarmente che nonostante vi fosse stato pubblicato il catasto pure si esigevano i pesi colla tassa detta volgarmente a battaglione grazie la quale erano oppressi i poveri e ciò seguiva per disposizione dell’ill.re Marchese per sottrarsi dai pesi che avrebbe dovuto pagare sopra li beni burgonsatici ,per la quale cosa era stato prossimo a accadere una mozione popolare che nonostante di essere di debito all’Università in debito con la regia corte il suddetto ill.re marchese aveva fatto accomodare una strada prossima all’abitato facendola rendere calpestabile per potersi conferire nella torre di varano,e avendovi speso ducati diciotto ne pretese il rimborso dal Visconti che essendovi rifiutato il suddetto ill.re Marchese nel suo proprio palazzo gli aveva levato la spada,le fibbie dalle scarpe,sempre dai calzoni,la scatola di di tabacco,e perfino i bottoni della camicia con l’aiuto dei suoi servitori e altri familiari e per avere le suddette robbe era stato nella necessità di fargli una cessione ,la quale non avendo avuto luogo l’aveve fatto sequestrare un suo cavallo e perchè erano andate nella terra d’Ischitella cento persone di Peschici armate per accompagnare l’Ill.re Marchese e in detta terra di Peschici alle quali per dare da mangiare ,mandò i suoi guardiani a prendere quattro animali tra agnelli castrati e dalla Masseria delle pecore del Visconti ,nonostante che era locato della regia dogana di Foggia che aveva dato ad interesse alla povera gente.

Giuseppe Laganella