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Vieste/ MATURITÀ O COLLOQUIO SULL’ALTERNANZA?

Pochi giorni fa sono state rese note le materie che caratterizzeranno la seconda prova dell’esame di maturità dell’ A.S 2017/18. È più che normale, per noi giovani che ci apprestiamo ad affrontarlo, temere e non chiudere occhio la notte per quel che sarà il prossimo giugno, tuttavia è giusto menzionare che non stanno avendo sogni tranquilli neanche i ragazzi dal quarto in giù, i quali dall’anno prossimo si troveranno di fronte ad una prova d’esame totalmente diversa rispetto a quella degli anni precedenti. Infatti, sebbene tutto all’apparenza possa sembrare più “facile”, è comprensibile che queste nuove modalità, se non altro per l’ansia prodotta dalla non conoscenza di ciò che si avrà davanti, mettano i ragazzi in una condizione non invidiabile.
Difatti, non solo le percentuali di alunni ammessi rischiano di subire una drastica riduzione, rispetto al generoso 99% e più di ammessi registrato negli ultimi anni, ma anche la così tanto discussa Alternanza Scuola-Lavoro entrerà a far parte prepotentemente nelle dinamiche della maturità stessa e siamo certi che non sarà solo una “comparsa”.
Il colloquio orale accerterà l’acquisizione delle competenze richieste dall’Alternanza, che quindi non sarà una semplice esperienza terminata con un foglio di carta valutativo compilato dai tutor negli enti, bensì potrà “far male” qualora non sia stata affrontata correttamente.
Tuttavia, non tutti i mali vengono per nuocere: infatti, non solo col nuovo esame si verrà ammessi con la sola media del 6, ma aumenterà il numero dei crediti e vedremo finalmente sparire il tanto odiato quizzone.
I crediti formativi non saranno più 25, bensì 40. Se alcuni degli alunni meno studiosi non sono molto entusiasti all’idea, questa misura ci permette di aprire una parentesi sull’importanza della meritocrazia, parola che in Italia è usata troppo spesso con una qualche negazione accanto.
Non si sa come questi crediti verranno calcolati, ma è probabile che ci sarà anche una spinta a partecipare a più attività extracurriculari e PON, sulla scia di altre nazioni europee.
Per ciò che riguarda la terza prova, che troppo spesso in passato ha mietuto vittime, assisteremo alla sua sostituzione con la prova Invalsi che però non intaccherà in alcun modo quella che è la media fin lì raggiunta.
E sebbene noi ragazzi di quinta saremo gli ultimi ad affrontare l’esame di stato con il vecchio regolamento, sarà possibile già quest’anno percepire quell’aria di cambiamento in tutto ciò che riguarda il mese frenetico della maturità, poiché noi siamo i “pionieri” dell’alternanza e senza ombra di dubbio la commissione esaminatrice non rimarrà indifferente davanti a questo dettaglio.
Quindi, non resta che attendere per sapere quel che sarà. Nel frattempo pregate per noi e non sottovalutate l’alternanza: potrebbe essere la vostra ancora di salvezza in un mare di incertezze.

ANDREA CARIGLIA
FEDERICA PASTORE
V A Liceo Scientifico Fazzini-Giuliani – Vieste –

 

 

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Maturità 2018/ Alternanza Scuola Lavoro: le ansie delle quinte, peseranno anche stage e tirocini. Sui crediti potrebbe influire il giudizio delle strutture ospitanti

A giugno ultimo atto dell’esame di maturità con le vecchie regole. Dopo aver conosciuto la seconda prova di esame, gli studenti prossimi alla maturità entreranno in «clima» le prossime settimane e, in attesa di conoscere i nomi dei commissari esterni, programmeranno lo studio privilegiando le materie d’esame designate dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur).
Potrebbe essere l’ultimo anno delle promozioni di massa. Con la nuova maturità ammessi, promossi e voti alti sono destinati a subire un sensibile ridimensionamento. Certo non si toccherà più il 70°. di bocciati ai tempi della riforma Gentile, ma neanche il 99.5 di promossi degli ultimi anni. Percentuali che, di riforma in riforma, portano a pensare che l’esame sia diventato sempre più facile: si passa dal 72% di promossi del 1960 (qualche anno prima della riforma Sullo) al 96% del 1999, al 99,5% dello scorso anno. La nuova riforma dell’esame di maturità promette di cambiare le cose, anche se c’è ancora molto da fare sull’alternanza scuola lavoro. Deve essere una – materia uguale a tutte le altre, ma è ancora avvolta da una nube d’interrogativi. Le polemiche negli anni passati si sono sprecate. L’obbligatorietà delle 200 ore di alternanza per i licei e delle 400 per gli istituti tecnici ha disorientato i ragazzi. La maturità 2018 sarà il primo banco di prova della riforma a pieno regime e per verificare cosa si è fatto. A giugno, infatti, davanti alle commissioni si presenteranno ragazzi che, nell’ultimo triennio delle superiori, hanno tutti dovuto obbligatoriamente svolgere il tirocinio. Per questo è facile prevedere che i commissari 2018 (soprattutto esterni) vorranno verificare se effettivamente i maturandi abbiano le carte in regola per quel che riguarda l’alternanza. I crediti scolastici con cui si arriva all’esame vero e proprio potrebbero essere assegnati anche in base al giudizio che le strutture ospitanti hanno dato degli studenti in alternanza. L’importante è che, alla fine del quinto superiore, siano state accumulate tutte le ore. Non c’è, infatti, una proporzione crescente o un numero minimo da passare ogni anno lontani dalla normale didattica. Potenzialmente, l’alternanza scuola lavoro si potrebbe svolgere per intero durante l’ultimo anno. Dalla maturità 2019 però, le cose cambieranno radicalmente. L’alternanza scuola lavoro diventerà prova d’esame a tutti gli effetti. Non solo, aver svolto le ore minime di tirocinio sarà un criterio base per l’ammissione alle prove finali. Niente alternanza significa probabilmente niente esame. Ma l’esperienza formativa accompagnerà i maturandi per tutta la durata dell’esame: all’orale, infatti, scomparirà la tesina e verrà sostituita dalla relazione sul progetto sviluppato durante l’alternanza. Per ora si pensa a giugno 2018 con le vecchie regole. L’esame di Stato da sempre è un traguardo. Gli studenti dell’ultimo anno delle superiori terranno il fiato sospeso, in attesa della prima prova, della seconda prova, del temuto quizzone (quest’anno per l’ultima volta sarà tra gli scritti dell’esame di Stato), e poi l’ansia per la tesina. Difficilmente rimarranno delusi. Rimarranno le percentuali dello scorso anno. La promozione come l’ammissione all’esame rimarrà una formalità. Arriveranno copiosi i 100 ed i 100 e lode: merito di una migliore preparazione degli studenti o di commissari diventati più «buoni»?
Il prossimo anno con la nuova riforma le cose cambieranno. A prima vista sembra tutto più facile. La terza prova sarà abolita – con grande gioia degù studenti – mentre rimarranno in gioco la prima prova di italiano e la seconda prova su una delle materie scelte per ogni scuola. L’esame orale, cambierà un po’: «Accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attività svolte in alternanza», il colloquio darà quindi rilevanza all’esperienza di alternanza scuola lavoro che diventerà un requisito necessario per accedere all’esame. Per essere ammessi al nuovo esame di Stato non sarà più necessario avere la sufficienza in tutte le materie ma basterà la media del sei, a cui contribuirà anche il voto in condotta. Diventerà obbligatorio partecipare alle prove Invalsi il cui voto, però, non influirà sulla media. Il giudizio finale sarà ancora calcolato in centesimi e, oltre alle prove d’esame, sarà dato più valore all’andamento scolastico durante gli ultimi tre anni di superiori: i crediti scolastici che gli studenti potranno accumulare passano infatti da 25 attuali a 40.
A partire dalla maturità 2019 è prevista l’assegnazione di un massimo di 20 punti sia per la prima prova sia per la seconda prova e di 20 punti per il colloquio.
Nessun cambiamento, invece, per quanto riguarda la composizione delle commissioni della maturità 2019: saranno ancora miste, composte da tre commissari esterni, tre interni e un presidente di commissione esterno. I 100 potranno arrivare solo in presenza di curriculum scolastici adeguati, che andranno a rafforzare la valutazione delle prove d’esame. Ultima novità: all’orale la tesina sparirà, lasciando il posto alla relazione finale sul tirocinio. Gli studenti sono convinti che dal prossimo anno la maturità sarà più dura. Per quest’anno tutto come prima: seconda prova con Greco per il liceo classico, Matematica per lo scientifico, Scienze umane per il liceo delle scienze umane, Economia aziendale per l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing degli Istituti tecnici, Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera degli Istituti professionali e tesina.
Per il prossimo… non resta che attendere.

Mimmo Giotta

 

 

 

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