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Reporter della Tua Città/ UN CANTANTE, UNA CANZONE , UN MONOLITE

C’era una volta un cantante di nome Max Gazzè, che insieme ai suoi collaboratori scrisse una canzone sulla leggenda di Cristalda e Pizzomunno: ambientata nella città di Vieste. I cittadini furono entusiasti e cominciarono ad inondare i social network di post di apprezzamento sul cantante e la leggenda. Per molti giorni l’entusiasmo dei viestani divenne quasi incontenibile, aspettando, come bambini il giorno di Natale o il tifoso il giorno della finale, il tanto atteso esordio a Sanremo.
Ed eccoci, pochi giorni prima viene pubblicato il testo e tra le righe il nome Vieste. La melodia resta ancora un mistero ma gli animi dei viestani sono ancor più inorgogliti. Si apre il sipario, l’emozione è forte, non esistono impegni e distrazioni: c’è solo Max Gazzè. Inizia la melodia, che se prima era immaginazione ora è pura poesia, e per 4 minuti i viestani rimangono ammaliati. E come per magia quel monolite, al quale siamo ormai abituati, d’improvviso si anima “e allora dal mare salirono insieme alle spiagge di Vieste malvage Sirene (…) e nel fondo Cristalda in catene”. E come per Cenerentola allo scoccare della mezzanotte la carrozza tornò zucca, così anche per i viestani, finita la poesia, tornò tutto alla realtà, ed insieme ad ammirare quel “gigante di bianco calcare”.
Come in ogni storia che si rispetti c’è sempre l’antagonista: la strega cattiva per Biancaneve, la perfida matrigna per Cenerentola, l’Invidia per Vieste. In quei giorni tutti volevano Pizzomunno, ed Invidia fece di tutto per averlo, facendo rivivere la leggenda ed impersonando la malvagità delle sirene. Sembrò quasi che le parole di Max Gazzè ebbero il potere di rendere reale quel che solo era leggenda: ma questa volta, Pizzomunno non era solo contro Invida e Sirene, perché c’erano i viestani pronti a proteggere lui, e il suo amore per Cristalda.
“Si dice che adesso, e non sia leggenda, in un’alba d’Agosto la bella Cristalda risalga dall’onda a vivere ancora una storia stupenda”. Per far sì che Invida non torni, dovremmo imparare a valorizzare.
La nostra terra non ha solo una leggenda, ed ogni cosa che ci circonda è una storia stupenda. Pizzomunno cent’anni li può aspettare, perché è un gigante di bianco calcare. Ma noi, che viviamo una realtà e non una leggenda, ne dobbiamo approfittare, per amare e valorizzare tutto ciò che la nostra terra ci può dare.

Ciro Tomaiuoli

 

 

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