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Vieste/ Raduano sfuggito a morte nel giorno dell’anniversario di un omicidio. Giusto un anno prima a Monte S. Angelo fu ucciso un allevatore: solo coincidenza?

In un mondo quale – quello della mafia gargantea dove bisogna anche leggere la «simbologgia» dei rituali di morte (basti pensare alla fucilata spesso esplosa al volto della vittima), ha forse un significato la data del 21 marzo scelta dai killer che mercoledì sera hanno cercato di ammazzare a Vieste Marco Raduano, 34 anni, ritenuto uno degli emergenti della criminalità del promontorio, rimasto ferito solo di striscio dalla gragnuola di fucilate e mitragliate esplose mentre rincasava? Giusto un anno prima, all’alba del 21 marzo del 2017 a Monte Sant’Angelo cadeva sotto i colpi di lupara di killer al momento ancora ignoti Giuseppe Silvestri, allevatore di 44 anni.
Bisogna forse interrogarsi anche su questa ricorrenza, su questa data nel cercare risposte al ferimento di Raduano, risposte che vadano al di là del fatto ovvio e evidente che a Vieste è in atto una guerra di mala che va oltre i confini della capitale del turismo e riguarda anche altre zone della Montagna del Sole? Ecco perché la data del 21 marzo potrebbe – e il condizionale è un obbligo – avere magari un significato, Non tanto perché il tentato omicidio di Raduano è avvenuto nel giorno in cui a Foggia quarantamila persone hanno sfilato nella manifestazione nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie di tutta Italia; quanto perché è il primo anniversario dell’omicidio di Silvestri. Né sarebbe la prima volta nella storia della criminalità garganica – basta dare un’occhiata ad alcuni delitti di faida – che omicidi e agguati hanno una loro precisa cadenza e… scadenza. L’omicidio di Giuseppe Silvestri è uno dei 13 fatti di sangue avvenuti nel 2017 in tutta la Capitanata collegati al mondo della criminalità (11 omicidi tra cui un quadruplice omicidio e due duplici omicidi e due lupare bianche per complessive 18 vittime), tutti al momento irrisolti. Silvestri era alla guida di un «Fiat Doblò», percorreva la strada extramurale quando alle 5 di mattina fu ucciso con 5 colpi di lupara. Se la data del 21 marzo sia solo una coincidenza o se invece può esserci un collegamento tra l’omicidio Silvestri e il tentato omicidio Raduano è una domanda da porsi, in attesa di risposte e/o smentite. Da tempo Vieste è diventata snodo centrale nei traffici illeciti, non solo per gli occhi della mafia sul turismo e per l’arroganza del racket della guardiania, ma anche perché le coste locali sono diventate – lo dimostrano sequestri e indagini – il punto di sbarco di tonnellate di marijuana importate dall’Albania, trasportate su barche e gommoni, scaricate sul Gargano per destinarle ai mercati foggiani e di altre zone d’Italia, considerata la quantità di droga trattata. Ecco perché nel guardare alla scia di sangue a Vieste – dal gennaio 2015 ad oggi 6 omicidi, 4 agguati falliti, 1 lupara bianca – da tempo l’attenzione di magistrati e investigatori ha allargato i confini ad altre zone del Gargano ed alla stessa Foggia, forse. A combattersi quindi non sono soltanto clan viestani, ma gruppi composti anche da «forestieri».

gazzettacapitanata

 

 

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