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L’uso dei stupefacenti fa boom. “Allarme per i minorenni”. E il 30% dei carcerati è dentro per droga.

Il 30% dei detenuti en­tra in carcere a causa della droga, ovvero 14.139 dei 48.144 ingressi in cella nel 2017. Ma si tratta per lo più di «pesci piccoli», aumentati di cir­ca l’8,55. «Mentre i consorzi crimi­nali restano fuori dai radar della repressione penale». È quanto emerge dal nono Libro Bianco sulle droghe, presentato in occasione del­la giornata internazionale contro le droghe e i narcotraffico.

«L’attuale legge sulle droghe si conferma il volano delle politiche repressive e carcerarie. Secondo le nostre simulazioni, senza detenuti imputati per detenzione ai fini di spaccio, non si avrebbe l’attuale so­vraffollamento» spiega Marco Perduca, coordinatore della campagna «Legalizziamo.it» dell’associazione Coscioni. Dai dati raccolti emerge un altro dato preoccupante, ovvero un quarto della popolazione dete­nuta è tossicodipendente. Hanno in­fatti un rapporto «problematico» con sostanze stupefacenti 14.706 dei 57.608 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2017, pari al 25%. Nel frattempo cresce in modo esponenziale, ovvero di circa il 40% in soli due anni, il numero delle persone segnalate per consumo di droghe, passate da 27.718 nel 2015 a 38.613 nel 2017. E in questo quadro, si conferma l’impennata delle se­gnalazioni dei minori che quadru­plicano rispetto al 2015. Lo dice il nono Libro Bianco sulle droghe pro­mosso dalla Società della Ragione. Sul punto ieri è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita alla Comunità di San Patrignano per i 40 anni della comunità. «Ai giovanissimi – ha am­monito – dico di non cedere la libertà a droghe vecchie e nuove. Recupe­rino fiducia in se stessi e costrui­scano rapporti, coltivino dei sogni per il proprio futuro». Secondo il Libro Bianco ad essere sanzionati o segnalati all’autorità giudiziaria sono 8 volte su 10 i con­sumatori di cannabinoidi (79%), se­guono cocaina (14 % ) ed eroina (5 % ). Numeri che rispecchiano quelli dif­fusi a inizio giugno dal rapporto dell’Agenzia europea delle droghe, secondo i quali l’Italia è il terzo pae­se europeo in cui si consuma più cannabis, con il 33% della popola­zione che l’ha usata almeno una volta nella vita. Dai dati, denun­ciano le associazioni del «Cartello di Genova», costituito da associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, An­tigone, Cgil e Coordinamento na­zionale comunità di accoglienza, «emergono politiche repressive non solo verso chi spaccia ma anche ver­so chi detiene». Tra le 7 richieste al governo da parte delle associazioni del Cartello di Genova, in primis la ‘ completa revisione del Testo unico vigente sulle sostanze stupefacenti, che rappresenta «il principale vei­colo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri». In particolare chiedono la completa depenalizzazione del possesso e del­la cessione gratuita di piccoli quan­titativi destinati all’uso personale.