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Vieste/ ENZUCCIO SPALATRO. IL FRATELLO PICCOLO DI UN FRATELLO “GRANDE”

Eravamo presso la sala teatro della Parrocchia del SS. Sacramento in occasione dei primissimi lavori   per l’avvio del processo di beatificazione di Don Antonio Spalatro. In tale occasione venne a trovarci Enzo,in verità poi sempre presente nelle successive occasioni, e desideroso di sapere cosa si sarebbe detto sul suo fratello prete, già santo per tutti noi. Io gli feci una domanda in privato. “Cosa si prova ad essere il fratello di un uomo tanto importante per la chiesa viestana e per l’ intera Diocesi?” Enzo mi guardò attentamente e, nel suo aspetto sornione, mi rispose che tutto ciò gli aveva condizionato la vita. La risposta mi diede alcune perplessità, quasi mi scandalizzo’. Ma poi capii il perché. Enzo, al termine degli interventi dei relatori, chiese di poter dare il proprio contributo e ripropose la mia domanda.”Cosa si prova ad essere il fratello di un prete, visto da tutti come un Santo?”

“Vedevo don Antonio con ammirazione per quello che faceva, comunicò Enzo,ma mi dava anche fastidio perché, siccome io ero molto vispo, dovevo contenermi su tutto perché lui non poteva fare brutte figure per causa mia, proprio io che ero il fratello di Don Antonio. Per questo preferiva che io frequentassi altre parrocchie.

Era proprio così. Alle scuole elementari, quando erano passati pochi anni dalla morte del prete santo, per tanti di noi non era il maestro Spalatro (che però non ho mai avuto come insegnante) ma il fratello di Don Antonio.

Il tempo passò velocemente e, al ritorno definitivo a Vieste, dopo le scuole superiori e l’università, continuai a frequentare la Parrocchia del SS. Sacramento. Un giorno, vedendo alcuni ragazzi che lanciavano pietre contro un gatto indifeso, mi balenò per la testa l’idea che questi ragazzi andavano educati al rispetto civico e ambientale. Proposi di istituire la festa parrocchiale annuale della Natura e del Creato, con la partecipazione anche di qualche esponente del mondo ecologico. In una di queste occasioni l’amico Franco Ruggieri mi propose di invitare Enzo Spalatro per raccontarci qualcosa sull’idea di restaurare i trabucchi, principalmente quello di San Lorenzo, che era caduto completamente a pezzi.

Naturalmente anche in quella occasione Enzo era il fratello di Don Antonio e, durante il suo intervento, si ricordò nuovamente della domanda che gli avevo posto qualche anno prima. Poi venne la sorpresa per lui e anche per noi. Franco Ruggieri aveva raccolto una somma di denaro da consegnare per il restaurando trabucco. Enzo si commosse per il gesto inaspettato. invitò la platea a essere presenti il giorno della inaugurazione. Da quel momento gli etichettammo la sua “ vera identità”.Per cui Don Antonio era il “pescatore di anime” ed Enzo era il “pescatore “dei nostri trabucchi.

Ciao Enzo, le “lunghe braccia” dei tuoi trabucchi ora ti hanno consegnato al mare della misericordia di Dio. Sicuramente le altrettante “lunghe braccia” di Don Antonio ti hanno accolto per presentarti ai veri innamorati della natura viestana, che in qualche modo ti hanno preceduto.

Bartolo Baldi