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Parco/ Faggete UNESCO, arrivano i fondi. Dopo il riconoscimento internazionale ci sono le risorse per potenziare il Piano di Tutela per il Patrimonio Ambientale. Assegnati 200mila euro dal Ministero dei Beni Culturali

Buone nuove per il sito transna­zionale “Faggete primarie e ve­tuste dei Carpazi e di altre re­gioni d’Europa” che comprende le faggete della Foresta Umbra e Falascone ricadenti nel Parco na­zionale del Gargano. E’ dei giorni scorsi la comunicazione giunta in via Sant’Antonio Abate a Mon­te Sant’Angelo, sede dell’ente, con la quale, da Roma, il Mibac (ministero beni culturali) infor­ma di aver disposto l’assegnazio­ne di 214.500 mila euro di finan­ziamenti per la realizzazione del progetto “elaborazione del Piano di Gestione per le componenti italiane del Sito seriale n. 1133ter”. Per il neo sito Unesco è dunque tempo – dopo il “batte­simo” di venti mesi fa- di passare “dalle parole ai fatti”. Infatti in questi giorni si sta già proceden­do alla predisposizione degli atti amministrativi necessari all’av­vio del progetto. La notizia è man­na dal cielo per l’ente Parco, che da due anni si fregia del titolo di area protetta dei due siti Unesco (l’altro è il santuario micaelico di Monte Sant’Angelo). Il riconosci­mento – come si ricorderà – risale al luglio 2017, in occasione della 41esima sessione del World Heritage Committee dell’Unesco a Cracovia (Polonia) quando la Commissione dell’Unesco allun­gò la lista dei beni naturali ita­liani facenti parte del patrimonio dell’Umanità inserendo ben 5 fo­reste di faggi italiane, tra le quali appunto la Foresta Umbra del Parco Nazionale del Gargano. Ad avere un peso determinante nella decisione della Commissione fu la riscontrata integrità ecologica e strutturale delle faggete garganiche (in Foresta Umbra i faggi raggiungono i 45 metri di altezza e i 350 anni di età), esempio ra­rissimo e unico in Europa per il loro aspetto maestoso e l’elevata biodiversità nonché uno dei sim­boli del Parco Nazionale del Gargano per il loro valore natura­listico. In quella occasione l’Unesco sottolineò che “l’Italia offre un contributo considerevole alla rete, partecipando con 10 siti di “eccezionale valore universale” per una superficie di 2127 ettari, e rappresenta, dopo la Romania, il Paese con il maggior numero di siti. Con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che ne include cinque, per una super­ficie complessiva di 937 ettari, af­ferenti ai demani civici di Villa- vallelonga (Valle Cervara), Lecce nei Marsi (Moricento), Pescasseroli (Coppo del Principe e Coppo del Morto), Opi (Val Fondillo) partecipano al riconoscimento Unesco anche la faggeta di Sasso Fratino (Parco Nazionale delle Foreste Casentine), della Foresta Umbra (Parco Nazionale del Gargano), di Cozzo Ferriero (Parco Nazionale del Pollino), del Monte Cimino (Soriano nel Ci­mino di Monte Raschio (Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano).

 

Francesco Trotta