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La patente ora costerà quasi mille euro. In vista aumento del 22%. E le scuole guida temono anche la stangata retroattiva.

In arrivo forti rincari per il conseguimento della patente di gui­da, che arriverà a costare quasi 1000 euro con i costi delle lezioni di teoria e pratica che aumenteranno del 22 %. E’ questo l’effetto della risoluzione dell’Agenzia delle Entrate che, sulla base di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del marzo scorso, ha stabilito che debba essere revocato il regime di esenzio­ne Iva alle lezioni di scuola guida. Una decisione che ha messo sul piede di guerra le autoscuole: Confarca, la Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici, ha su­bito annunciato una mobilitazione nazionale e si è detta preoccupata anche per la retroattività del prov­vedimento. Infatti secondo l’Agenzia delle Entrate il provvedimento ri­guarda tutte le annualità fiscali aper­te: in concreto, si tratta di 3,8 milioni di patenti conseguite dal 2014 e dal 2018. Non potendo imporre le tasse ai propri ex allievi, le autoscuole do­vranno quindi provvedere di tasca propria. Tutto ha origine dalla sentenza del 14 marzo scorso della Corte di Giu­stizia Ue che ha escluso dall’esen­zione Iva le lezioni di scuola guida «in quanto questa categoria di insegna­mento non rientra in quelle di ambito scolastico o universitario». Un pro­nunciamento ricordato dall’Agenzia delle Entrate in risposta al quesito di un contribuente, che aveva chiesto chiarimenti in merito, ritenendo pe­raltro di essere legittimato ad ope­rare ancora in regime di esenzione di Iva per lo svolgimento di attività di­dattiche per l’abilitazione alla guida di veicoli a motore. I corsi pratici e teorici necessari al suo rilascio, quin­di, devono, sottolinea la risoluzione, considerarsi imponibili agli effetti dell’Iva. Non solo, ma il provvedi­mento ha efficacia retroattiva. Un punto, quest’ultimo, che ha allarma­to il presidente di Confarca, Paolo Colangelo, che ha posto l’accento sul­la «conseguenziale regolarizzazione delle patenti già conseguite e fattu­rate secondo il regime in vigore dell’epoca», e sui possibili danni ir­reversibili per molti operatori. Ma non è tutto. A giudizio della Con­federazione «si rischia di allontanare i giovani dalla possibilità di accedere a un corso di guida, minando seria­mente tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per la sicurezza stradale». «Chiedia­mo fin da subito – afferma Colangelo – che si trovi quanto prima un rimedio a questa risoluzione, che incideva l’altro in maniera pesante su un set­tore già in piena difficoltà, sia per la crisi economica che per i disservizi che gli operatori sono costretti a fron­teggiare sul territorio nazionale. Nel frattempo abbiamo chiesto alla ca­tegoria di rimanere compatta, e di muoversi con cautela per non incor­rere in pesanti sanzioni».