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Il CAPPELLO de IL CAPRICCIO replica, anche quest’anno, nella GUIDA DELL’ESPRESSO 2020. Ci risiamo…e gli altri ristoranti?

Torna la Guida ai ristoranti dell’Espresso con la sua edizione 2020. Per la quarantaduesima pubblicazione della storia di questa guida tornano a essere consigliati i migliori locali d’Italia, contrassegnati dall’oramai famosa legenda dei cappelli. Da cinque a uno, con le menzioni esterne alla classica dei senza voto – semplicemente dei locali consigliati dagli ispettori -, ogni posizione ha un suo specifico significato. 1 cappelli significa una buona cucina, 2 cappelli una Cucina di qualità e di ricerca, mentre i 3 cappelli simboleggiano una cucina ottima. Salendo nell’empireo, i 4 cappelli una cucina eccellente, e i 5 cappelli, com’è ovvio, il meglio in assoluto. Dallo scorso anno, sono stati inoltre introdotti i Cappelli d’oro, ovvero i Nuovi classici della cucina italiana. Il Ristorante Capriccio di Vieste si conferma. Ma questo non è una novità. Leo Vescera, da decenni, frutto anche di esperienze internazionali, ha sposato la buona qualità, diventando vero strumento di comunicazione non solo per il suo ristorante. La considerazione, purtroppo impietosa, è dove sono gli altri ristoranti del nostro Gargano, non tutti per fortuna. Sono pochi quelli citati e segnalati dalle varie guide enogastronomiche in proporzione al loro numero. Sono, invece, ancora in tanti, troppi, ad essersi impantanati in luoghi comuni. Dove conta solo il numero, la quantità. Mentre la buona cucina è strarisaputo che è serio veicolo di promozione turistica. Turismo e accoglienza: della serie l’ospite che viene accontentato al di là delle situazioni normali. Credere che aprire un ristorante sia una cosa semplice e banale è il perfetto delitto. La cucina è una seria questione culturale. E questo è un altro serio problema che investe non solo Vieste ma l’intero Gargano. Quando ancora per digerirlo?