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Plastica in mare, in Puglia chi la raccoglie ora non paga

Tonnellate di plastica e altri rifiuti dimenticati in mare, raccolti dai pe­scherecci e gettati di nuovo in ac­qua. È quello che sono costretti a fa­re quotidianamente anche i pesca­tori pugliesi. A causa delle norme nazionali non ancora aggiornate, i pescherecci e le altre imbarcazioni che ogni giorno insieme al pescato raccolgono casualmente plastica in mare evitano di portarla a terra per riciclarla. Il motivo è molto sempli­ce: se portassero in porto quella pla­stica (e altri rifiuti pescati accidentalmente) sarebbero costretti a pa­gare le spese per il conferimento di’ “rifiuti speciali”. Una pratica folle dettata dalle norme e dalla burocrazia che le as­sociazioni ambientaliste denunciano da tempo. Negli ultimi mesi la Re­gione ha provato a interrompere questa pratica. Già da novembre scorso ha promosso un’iniziativa de­nominata Puglia Fishing for litter. Si tratta di una sperimentazione na­ta dalla collaborazione con Corepla (il consorzio per la raccolta di plasti­ca), Ager (l’agenzia regionale per la gestione dei rifiuti), Arpa Puglia e Autorità portuale del mare Adriati­co meridionale e punta a favorire la raccolta gratuita di rifiuti dal mare. La sperimentazione è stata avviata inizialmente a Barletta ed è poi sta­ta estesa a Molfetta, Ma sarà presto effettuata anche a Manfredonia. So­lo a Molfetta negli ultimi mesi sono stati raccolti 2.740 chili di rifiuti. Di questi, 315 chili sono plastica diret­ta al riciclo. “Si tratta di un percorso virtuoso” dice Gianfranco Grandaliano, direttore generale dell’Ager. Un primo inizio, certo, ma non ba­sta come fa notare Francesco Taran­tini di Legambiente Puglia: “L’inizia­tiva della Regione è encomiabile. Ora bisogna estendere questa attivi­tà a tutte le marinerie pugliesi, a co­minciare dal Gargano dove la pre­senza di microplastiche è elevata come dimostrano i dati dell’Arpa”. E a proposito di Arpa, Nicola Ungaro, ex.direttore di Arpa Puglia e ora al vertice dell’agenzia in Basilicata oggi analizzerà la situazione sui ri­fiuti marini nel corso di “Mare Futu­ro” all’hotel Excelsior di Bari, con­gresso organizzato dall’Ordine na­zionale dei biologi, Arpa Puglia e Ba­silicata: “In Puglia – spiega Ungaro – nel periodo 2015-2017 sono stati osservati in media 654 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Di questi, 550 erano di materiale plastico”. Situa­zione grave anche in mare: “Tra ma­re Adriatico e mare Ionio si stima la presenza di 117.316 micro plastiche per chilometro quadrato. Una cifra elevata ma in linea con il resto del Mediterraneo”. Qualcosa però sembra stia cam­biando anche a livello nazionale. Nelle scorse ore il governo ha appro­vato in prima lettura alla Camera la legge “Salva Mare” che intende favo­rire la raccolta di rifiuti in mare, assi­milandoli a rifiuti urbani e evitando così che i pescatori siano costretti a pagare per il conferimento. Il testo di legge, che dovrà passare all’esa­me del Senato, ha l’obiettivo di favo­rire soprattutto la raccolta di plasti­ca anche nelle acque interne come fiumi e laghi. Questa proposta intro­duce delle disposizioni sui rifiuti pe­scati accidentalmente che devono così essere assimilati a quelli pro­dotti dalle imbarcazioni.