Arriva la patente a ore. Chi ha subito la sospensione della patente di guida e non può avvalersi dei mezzi pubblici per recarsi a lavoro, ad esempio perché il capolinea è troppo distante, può presentare al prefetto un’istanza per ottenere un permesso di guida per motivi di lavoro. Il termine per provvedervi è di cinque giorni da quando si è avuto notizia del provvedimento di sospensione. Nell’istanza devono essere precisate le fasce orarie durante le quali si ha necessità di guidare, che non possono superare le tre ore giornaliere, e devono essere indicate le motivazioni per le quali si richiede il permesso, supportate da un’adeguata motivazione. L’autorizzazione è rilasciata dal prefetto con ordinanza, che è notificata all’automobilista, il quale deve esibirla a richiesta.
Il danno alla salute per lesioni di beve entità, ad esempio quello determinato dal «colpa di frusta», è risarcibile anche in assenza di accertamenti strumentali. Lo ha stabilito la Cassazione, sottolineando che è possibile dimostrare l’esistenza di un danno alla salute con fonti di prova diversi dai referti di esami diagnostici. L’accertamento del danno alla persona, secondo gli Ermellini non può che avvenire coi criteri medico-legali fissati da una secolare tradizione, ovvero: l’esame obiettivo (criterio visivo); l’esame clinico; gli esami strumentali. Si tratta, sottolinea la Corte; di criteri fungibili e alterativi tra loro, e non già cumulativi..
Arriva il decreto che disciplinerà il bonus tv. In vista del switch off del 2022 del nuovo sistema digitale DVB-T2 sta per iniziare la corsa all’incentivo statale riconosciuto ai consumatori per il ricambio di tv e decoder che dovrebbe partire da metà novembre. Il bonus, infatti, non sarà per tutti ma soltanto per chi rientra nella fascia Isee I e II, anche se si parla di allargare la platea dei beneficiari. Non tutti ovviamente saranno interessati dall’incentivo, ma soltanto coloro che dispongono di apparecchi non dotati degli standard tecnici comunicati dal Mise. 1 bonus tv, consiste in uno sconto sul prezzo di vendita praticato dai rivenditori per coprire in parte il costo della spesa che dovranno sostenere i cittadini per adeguarsi al nuovo digitale terrestre di seconda generazione, acquistando un nuovo televisore o un decoder. La ratio del provvedimento è facilitare il passaggio alla tecnologia prevista per i decoder del digitale terrestre. Il nuovo standard per la trasmissione del segnale televisivo Dvbt2. parte dal 2020 e fino al 2022 ha lo scopo di liberare le frequenze destinate al 5G. Lo standard diventerà realtà il 1° luglio 2022 e chi non ha un televisore adeguato sarà costretto a cambiarlo o in alternativa ad acquistare un nuovo decoder. Il cambiamento interesserà il 35% degli italiani e, per offrire gli incentivi quanto meno alle fasce più deboli, è stata prevista nella legge di bilancio 2019 una somma di 151 milioni di euro. Il valore massimo del contributo sarà di 50 euro.
Chi vende prodotti ortofrutticoli senza scadenza deve essere multato e il prodotto deve essere ritirato dal mercato. Lo ha stabilito la Cassazione che ribadisce che” nel momento in cui un prodotto ortofrutticolo subisce il trattamento del taglio (come nel caso delle puntarelle che vengono tagliate dalla cima), esso deve essere qualificato come “preconfezionato”e in quanto tale soggetto all’obbligo della indicazione del termine minimo di conservazione. L’esclusione dell’obbligo d’indicazione del termine di scadenza sulla confezione, si riferisce soltanto ai prodotti ortofrutticoli freschi, comprese le patate, che non siano stati sbucciati o tagliati o che non abbiano subito trattamenti analoghi”
Federconsumatori lamenta la mancata consegna da parte dei gestori degli elenchi telefonici, nonostante le compagnie abbiano provveduto puntualmente ad addebitare l’importo di 3,90 Euro previsto per questo servizio. Per questo motivo l’Associazione ha trasmesso due segnalazioni in merito all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, consigliando agli utenti, al fine di avere una traccia scritta della propria rinuncia alla ricezione degli elenchi, di inviare la disdetta via fax (conservando la ricevuta) e trasmettere poi il conseguente reclamo in caso di addebito non dovuto. In alternativa al fax è possibile utilizzare la Posta Elettronica Certificata. Più che sul danno economico, oggettivamente contenuto, Federconsumatori ritiene che un costo addebitato per un servizio non effettuato e a cui gli utenti hanno espresso chiaramente la volontà di rinuncia , configura una condotta lesiva degli interessi e dei diritti dei consumatori.