Il Tribunale della libertà di Bari ha accolto il ricorso dell’avvocato Angelo Rinaldi e rimesso in libertà Gianmichele Ciuffreda, 32 anni, arrestato nel blitz antidroga «Neve di marzo» dello scorso 23 ottobre contrassegnato dall’emissione di 15 ordinanze cautelare del gip di Bari su richiesta della Dda ed eseguite dai carabinieri.
«Al mio assistito finito in cella in occasione del blitz» dice il difensore «si contesta di aver acquistato e detenuto rilevanti quantitativi di cocaina, quantificati in 100 grammi ogni settimana/15 giorni da immettere sul mercato di Vieste per conto del clan Raduano nel periodo da giugno 2017 a giugno 2018.
Nel ricorso al Tdl ho contestato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, rilevando non solo che i singoli acquisti di stupefacente ipotizzati a carico di Ciuffreda non erano stati mai riscontrati dalla Polizia Giudiziaria, ma anche che la stessa identificazione di Ciuffreda, quale presunto acquirente di stupefacente dal predetto sodalizio, effettuata sulla base delle intercettazioni, era incerta».