Campagne in balia di gruppi della criminalità, agromafìe che fanno il paio con le ecomafie in Puglia, dove si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, sabotaggi ai danni di aziende agricole e cantine, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.
È quanto è tornata a denunciare Coldiretti all’incontro con il ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova che ha chiesto collaborazione all’Organizzazione affinché i fenomeni criminosi vengano denunciati puntualmente in modo da organizzare presidi efficaci nelle aree rurali più a rischio.
«L’indice di permeabilità delle agromafie raggiunge quota 100 a Foggia», ha detto Salvatore Moffa, componente del Consiglio regionale di Coldiretti Puglia e presidente di Coldiretti di San Severo e Torremaggiore. «Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di ser vizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari.
I reati contro il patrimonio ha aggiunto Moffa – rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, taglio di ceppi di uva e tiranti di tendoni, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori».