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Regione/Insediato nella sede dell’assessorato alla Pianificazione Territoriale il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto all’abusivismo edilizio in Puglia

L’iniziativa, voluta dall’assessore Alfonso Pisicchio, con la partecipazione di tecnici regionali, rappresentanti delle Procure e di Anci Puglia, per il monitoraggio puntuale sul fenomeno, con particolare attenzione alla situazione dei Comuni che ricadono in parchi nazionali e in aree di rilevante interesse naturalistico e paesaggistico o sottoposte a particolari vincoli.

Nel solo 2019 sono 14 i Comuni che hanno presentato alla Regione Puglia richiesta di fondi – per un fabbisogno totale di 7,6 milioni di euro – per procedere con l’abbattimento di immobili dichiarati abusivi con sentenza definitiva.

“E grazie ai protocolli d’intesa già sperimentati con alcune Comuni e alcune Procure – spiega l’assessore Pisicchio – vogliamo replicare queste collaborazioni anche nelle altre aree. Ad esempio a Foggia la Procura e il Parco nazionale del Gargano hanno avviato una proficua collaborazione per la demolizione di immobili e ruderi abusivi ricadenti in Comuni rientranti nel parco.

Con Anci Puglia intendiamo invece avviare una campagna di sensibilizzazione per il monitoraggio costante dell’abusivismo edilizio, anche grazie alla creazione di un’apposita banca dati regionale in cui saranno raccolti i dati inseriti direttamente dai Comuni e trasmessi telematicamente,  semplificando moltissimo il lavoro di ricognizione. E devo dire che, purtroppo, sono ancora pochi i Comuni che utilizzano questo importante sistema telematico”.

“Sappiamo benissimo – aggiunge Pisicchio – che i fondi regionali per il sostegno alle demolizioni sono esigui (al momento ammontano a 250mila euro e per questo nel prossimo bilancio cercheremo di incrementare le risorse con un ulteriore milione di euro), così come siamo consapevoli delle difficoltà, economiche e di risorse umane, che incontrano i Comuni nel dare esecuzione agli ordini di abbattimento, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia. Il nostro intento non è solo quello di attivare forme repressive, ma soprattutto accompagnare gli enti locali ad azioni che prevengano forme di illegalità diffusa. Ecco perché occorre immaginare nuove forme di collaborazione e di sensibilizzazione anche, ad esempio, con il coinvolgimento della polizia regionale di vigilanza ambientale, di Arif e delle polizie provinciali e della Città Metropolitana di Bari, per monitorare meglio il fenomeno che ha ricadute negative sul rispetto della legalità, dei vincoli e del paesaggio”.