La candidatura di Fitto in alcuni ambienti del centrodestra è data quasi per certa. Nonostante le resistenze dei leghisti pugliesi, e in particolare del senatore salentino Marti, riuniti per oltre due ore alla Fiera del Levante in occasione dell’arrivo nel capoluogo pugliese del Capitano. Salvini non era certo sceso a Bari per consacrare alcuna candidatura, nelle more della chiusura delle trattative in un quadro nazionale da perfezionare secondo la suddivisione delle regioni e delle rispettive assegnazioni ai tre partiti di centrodestra dei candidati alla carica di presidente.
L’obiettivo è stato piuttosto quello di saggiare il terreno, di ascoltare la base e tentare di fare breccia intorno alle resistenze e alle perplessità sollevate sulla candidatura dell’europarlamentare di Maglie, già presidente di Regione nei tempi in cui il centrodestra dominava la Puglia con Forza Italia, e magari di togliere qualche mina vagante che rischia di compromettere il complicatissimo gioco ad incastro con le regionali in altre parti d’Italia.
Le sorti della Puglia potrebbero dunque intrecciarsi con quanto accadrà in Emilia Romagna e in Calabria il 26 gennaio prossimo. La candidatura di Raffaele Fitto lanciata da Giorgia Meloni in una gremitissima Piazza San Ferdinando è stata accolta con estrema freddezza dai leghisti.
Le dichiarazioni rilasciate a margine dai meloniani non lasciano scampo a dubbi sulla necessità di fare chiarezza rispetto alle intese siglate sul tavolo nazionale. Molti hanno interpretato la mossa di Giorgia Meloni come il voler richiamare gli alleati al rispetto degli accordi e dunque ad assumersi ciascuno le proprie responsabilità.
Si attendeva il gesto conseguenziale della Lega che ha preferito prender tempo e forse, secondo le voci circolanti in queste ore, attendere i risultati delle primarie in Puglia che alla pari di uno scontato atto notarile consacreranno il governatore uscente Michele Emiliano alla guida della coalizione di centrosinistra.
Ambienti interni alla Lega raccontano che durante quelle concitate ore di serrato con Salvini, i vertici regionali del partito abbiano puntato i piedi inanellando una serie di pregiudiziali verso Fitto, comprese vecchie e nuove ruggini tra l’eurodeputato e qualche leghista. E’ notorio che Fitto abbia un buon rapporto con il parlamentare della Lega, Rossano Sasso e di riflesso con il candidato indicato dai salviniani in Puglia, Nuccio Altieri, presidente dell’Invimit.
Ma si sa anche delle contrapposizioni ormai datate tra lo stesso Fitto e il senatore Marti, ovvero tra Fitto e la senatrice Adriana Poli Bortone che per il centrodestra avrebbe voluto celebrare le primarie e che sin da subito ha invocato una candidatura di coalizione da individuare nel mondo della società civile. Le pressioni su Salvini, secondo i rumors, avrebbero convinto il leader a prendere ancora del tempo lasciando aperta la partita sul campo di gioco pugliese.
La ricostruzione dei fatti, su come è andato il confronto è sicuramente autentica anche se a mancare sono alcuni tasselli. La logica con cui si è proceduto alla spartizione delle regioni, Emilia Romagna, Toscana e Veneto alla Lega, Campania e Calabria a Forza Italia, Marche e Puglia a Fratelli d’Italia, si basa principalmente su quello che è l’attuale rapporto di forza tra un partito e l’altro. Un rimescolamento di carte sarebbe possibile solo qualora questo rapporto cambiasse con il voto in Emilia Romagna piuttosto che in Calabria. Il dato elettorale potrebbe a questo punto giocare un ruolo importante per consentire a Salvini di rimettere in discussione l’intesa.
Caldoro in Campania non è visto con grande entusiasmo dai leghisti. Le voci si rincorrono e la partita sembra ancora aperta. Si fa largo tra le ipotesi anche quella di una possibile mediazione che escluda gli attuali concorrenti, Fitto da una parte e Altieri dall’altra, e che metta in gioco una candidatura terza. Insomma un jolly sul quale puntare mettendo d’accordo capre e cavoli, evitando il consueto scenario al quale il centrodestra ha abituato i pugliesi, fatto di divisioni, trappole e trabocchetti che porterebbero direttamente alla sconfitta.
Su questa ipotesi bisognerà vedere cosa ne pensa Fitto e Meloni insieme e quale sarebbe la garanzia di successo per un centrodestra che sulla base dei sondaggi illustrati proprio da Salvini, avrebbe oggi ben 9 punti di vantaggio con Fitto candidato presidente rispetto alla coalizione di centrosinistra.
Non sono mancate al riguardo le considerazioni dell’attuale governatore pugliese Emiliano: “In tutta sincerità mi dispiace che una personalità così importante come Fitto in questo momento sia sballottato dentro decisioni di quadri nazionali che, più della Puglia, si occupano della Calabria, della Campania e del resto d’Italia. E’ un modello politico che pensavamo fosse finito e invece stiamo tornando a ventanni fa nel centrodestra, e questo mi dispiace”- ha concluso.
Onofrio D’Alesio
l’attacco