L’Ufficio del “Commissario i Governo per la mitigazione del Dissesto Idrogeologico” in Puglia, così come nelle altre regioni italiane, «è impegnato nell’attuazione di interventi urgenti e indifferibili volti a contrastare il fenomeno del dissesto idrogeologico.
Le situazioni di più elevato rischio idrogeologico da affrontare, sono programmate dall’Ufficio per la Difesa del suolo della Regione Puglia in accordo con la competente direzione del Ministero dell’Ambiente (MATTM). Alla luce di tali disposizioni e sulla base di appositi finanziamenti assegnati al commissario di Governo – Presidente di Regione, negli ultimissimi anni sono stati realizzati numerosi interventi di messa in sicurezza nel territorio regionale molti sono in corso di attuazione o in fase di progettazione esecutiva».
A sostenerlo è il soggetto attuatore delle opere del Commissario al dissesto, nonché dirette generale dell’Asset, Elio Sannicandro. «Grazie al rapido avvio delle progettazioni, nel 2019, si è concretizzata la disponibilità di un parco progetti per interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili da proporre a finanziamento. Con l’utilizzo dei fondi di progettazione per il contrasto al dissesto idrogeologico, il Commissario di Governo – spiega – ha potuto proporre al MATTM una serie di interventi prioritari e strategici per la messa in sicurezza e la salvaguardia di siti in dissesto nei comuni di Castelluccio Vaimaggiore, Faeto, Ascoli Satriano, Casalvecchio di Puglia, Cassano delle Murge, Pietramontecorvino, Motta Montecorvino e Volturino, tutti compresi nel Piano Stralcio 2019 del Governo», che aveva stanziato per la Puglia complessivi 16.497.972,18 euro.
«Ed è sempre grazie all’impegno profuso dall’Ufficio del Commissario di Governo e dalla Regione Puglia» che lo scorso 16 novembre sono state aggiudicate, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (ex art. 157 del D.Lgs 50/2016 e s.m.i.), le progettazioni definitive ed esecutive di 16 lotti del cosiddetto “Piano Frane”, che ha finanziato interventi per quasi 33 milioni di euro, per altrettanti comuni del Sub-Appennino Dauno, in aree ad elevata pericolosità geomorfologica e situazione di rischio per centri abitati, abitazioni e infrastrutture.
«Nonostante l’Ordine dei Geologi avesse tentato di bloccare le procedure del “Piano Frane”, attraverso un ricorso al Tar in cui sosteneva necessario lo sdoppiamento delle procedure di analisi geognostica dei siti rispetto al progetto degli interventi di mitigazione, il Giudice Amministrativo – aggiunge Sannicandro -ha correttamente rigettato il ricorso evidenziando la correttezza dell’operato della struttura Commissariale regionale». D’altronde, con oltre 92 affidamenti progettuali nell’ultimo anno, il Commissario di Governo/Presidente della Regione Puglia «ha consentito ad oltre 90 geologi di operare in gruppi di progettazione multidisciplinare con modalità estremamente innovative».
I bandi di affidamento progettuale «hanno imposto la presenza di competenze professionali multidisciplinari attraverso una metodologia di lavoro che assicuri l’integrazione delle competenze». In tal modo gli ingegneri, per gli aspetti geotecnici, strutturali e idraulici, i geologi, per gli aspetti geognostici, gli architetti, per la tutela del paesaggio, gli agronomi, per gli aspetti forestali, gli archeologi, per le zone in cui vi siano reperti da tutelare, «dovranno garantire correttezza progettuale anche al fine di pervenire celermente all’acquisizione dei pareri tecnici degli organi competenti e per poter avviare i lavori. E la rapidità di intervento – sottolinea Sannicandro – risulta la maggiore garanzia di salvaguardia dell’incolumità delle persone e del territorio».
La correttezza di tale modello di progettazione integrata, ha permesso alla Puglia «di essere al primo posto, tra le regioni italiane, nella gestione e realizzazione di interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico». Inoltre tale metodologia è stata pienamente condivisa anche sul piano giuridico ed amministrativo dal Tribunale regionale amministrativo. «Non vi è, pertanto, alcuna ragione per porre a base d’asta una voce specifica destinata alle indagini geognostiche e prove di laboratorio, peraltro difficilmente quantificabile prima dell’attività progettuale».