Delusione, frustrazione, preoccupazione, disillusione, confusione. No, non è un gioco di parole per cercare rime di termini negativi che fanno rima tra loro, bensì sono gli elementi preponderanti nello stato d’animo di Gigi Manzionna. Autentico pioniere del settore turistico di Vieste che, dal finire degli anni ’60, ha saputo declinare l’offerta turistica della meta pugliese più ambita per trascorrervi le vacanze, Manzionna ha unito la propria passione all’esperienza accumulata, arrivando a costruire il brand ‘Manzionna Group’ per mezzo di un ampio ventaglio di strutture per le vacanze e più di 50 tipologie di alloggi differenti.
Secondo un’analisi svolta da Thrends, società di consulenza specializzata in analisi e strategie nel settore Tourism & Hospitality, si delinea una perdita di presenze complessive che si colloca fra i 126 ed i 153milioni rispetto ai volumi alberghieri medi, attesi per il 2020 su base 2018-2019.
“Questo è un periodo dell’anno – racconta – durante il quale eravamo pieni di richieste, i telefoni squillavano in continuazione grazie a tutti coloro che ci contattavano per potersi assicurare le proprie vacanze estive nelle nostre strutture ricettive. Avevamo 6-7 persone che rispondevano e smistavano le telefonate, invece ora riceviamo solo mail di disdette. Considerato che abbiamo già avuto accesso al sistema bancario per effettuare le manutenzioni del caso, ora ci troviamo in braghe di tela”.
La disillusione è evidente. “Gran belle parole quelle ascoltate da chi ci governa, però l’aria fritta non dà da mangiare a nessuno. Servono misure choc, piuttosto. I lavoratori assunti il 9 marzo – continua – non posso licenziarli, né fare altro per alleggerire i costi aziendali. Cosa devo farne? Lasciarli a casa, retribuendoli? C’è solo tanta confusione, visto che lo Stato tiene conto solo delle assunzioni fatte fino al 27 febbraio scorso.. E quelli dopo? Nel frattempo, però, le cartelle esattoriali e i ricorsi continuano a funzionare perfettamente, mentre ho perso tra i 300mila e i 400mila euro d’incasso con la chiusura forzata e la conseguente cancellazione delle prenotazioni effettuate”.
Il manager del Gruppo Manzionna contesta che “i mille e passa stagionali che lavorano a Vieste hanno terminato il proprio periodo di disoccupazione. L’INPS, perciò, possiede i dati di queste persone e sarebbe stato più semplice inviare loro i soldi a casa, come succede in Svizzera, per esempio. Non si può dire che sono ignoti allo Stato, quindi. Ma gli strumenti tecnologici si usano solo quando c’è da pagare e non quando sarebbe importante essere pagati”. Nessuno è esente da responsabilità, anche se da questo computo si può escludere l’Amministrazione locale. “Non si capisce come possono essere attivati i finanziamenti, chi deve mettere le garanzie necessarie. Non ho idea di come poter porre rimedio, vedi gli impegni assunti precedentemente e da rispettare entro 18 mesi, a tutti i problemi che sto riscontrando in questo mese e mezzo di attività ferme. La Camera di Commercio provinciale avrebbe potuto valutare qualche iniziativa da attuare insieme all’INPS di Foggia, ma non è avvenuto. Grazie ad una recente delibera del Comune di Vieste ho almeno la possibilità di impiegare i neoassunti nella manutenzioni: un piccolo progresso, ma resta un gran casino e tanta confusione”.
“Ho imparato, in questo periodo, ad acquistare e leggere i giornali finanziari – confida Manzionna – e tutti dicono la stessa cosa: bisogna attendere i decreti attuativi. Non è responsabilità dello Stato? Ma non è nemmeno colpa mia! L’unica cosa che potrò fare è prendere i libri contabili e portarli in tribunale per fare i concordati”.
“I miei circa 400 dipendenti stagionali, in 6 aziende, erano soliti iniziare a lavorare proprio in questo periodo, invece ora non possono fare altro che chiamarmi per avere informazioni su quando potremo riprendere le nostre attività e mi confidano di essere spaesati perché nessuno, tra i vari soggetti ai quali si rivolgono, dai sindacati alle banche, sa fornire loro aiuto.
Il presidente CCIAA Foggia, Damiano Gelsomino, sostiene che “un sostegno per offrire liquidità immediate nelle imprese potrebbe arrivare anche dalla Regione, che dovrebbe studiare come offrire forme di garanzie reali al sistema creditizio per gli investimenti fatti dalle aziende”. Manzionna non ci fa conto e riferisce di essersi già rivolto alle banche chiedendo loro “quali siano i tassi d’interesse e mi è stato risposto che oscilla tra il 2% e il 4% della somma richiesta. Se sei fortunato – aggiunge -visto che bisogna necessariamente tenere in conto l’indice del rating”.
Gigi Manzionna lancia un monito pesante, citando l’esplosione avvenuta in pieno giorno, martedì a Foggia: “Si sta combattendo la mafia che però, adesso, ha terreno fertile per piantare ed affondare le proprie radici. Perché se non hai soldi e nessuno può aiutarti, le radici della malavita scavano a fondo. E’ un incubo, un incubo, un incobo”, ripete più volte accomiatandosi.
Matteo Fidanza
l’attacco