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5 Aprile/ VIVERE

Affrettati a vivere bene e pensa che ogni giorno è in se stesso una vita.

LUCIO ANNEO SENECA

 

Non amare né odiare la vita; ma quella che vivi, vivila bene.

JOHN MILTON

 

Vivi come desidererai di aver vissuto quando sarai sul letto di morte.

CHRISTIAN GELLERT

S’intitola semplicemente Life, «vita», ed è uno dei tanti tascabili venduti nelle edicole degli aeroporti internazionali. Non ricordo più dove l’abbia acquistato: lo riprendo tra le mani per cercarvi uno spunto nella giornata di vita e di luce, la Pasqua di Cristo, che di so­lito cade cronologicamente in questo periodo dell’anno. Il libretto è costruito tutto su citazioni. Ne ho inanellate tre.

La prima è del filosofo latino pagano Seneca (ca 4 a.C. – 65 d.C.), caro anche alle prime generazioni cristiane. Bellissima è la sua intui­zione del fatto che «ogni giorno è in se stesso una vita». Non è lecito sciupare neppure un frammento dell’esistenza perché in esso si an­nida sempre un senso da scoprire, un seme da far fiorire, una scintil­la di luce da far brillare.

Seneca e il famoso poeta inglese del Seicento John Milton, autore della seconda frase, tratta dal suo capolavoro II Paradiso perduto, ci ricordano poi che non basta vivere, bisogna «vivere bene». Il dono del tempo per l’uomo non è neutro ma è segnato dalla moralità: sta a noi quale sigillo imprimervi, se quello dell’amore o dell’odio, del bene o del male, del vero o del falso, del giusto o del perverso.

Ed eccoci all’estuario della vita, la morte. A quel momento ci ri­manda la terza citazione dello scrittore tedesco del Settecento, Chri­stian Gellert, autore anche di inni sacri. In quell’istante supremo certa­mente vorremmo mutare tante nostre scelte del passato: e allora perché non cambiare ora, in corso d’opera, per evitare poi rimpianti?

Gianfranco Ravasi