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Regione/ Il piano Coronavirus: c’è l’ipotesi delle mascherine obbligatorie per tutti dal 4 maggio e test su 9 mila pugliesi

 Mascherine per tutti i pugliesi, in­dagini sierologiche su un campio­ne di 9 mila persone, test rapidi nei Comuni dando la precedenza agli operatori sanitari e rafforza­mento della prevenzione anche con nuove assunzioni nei diparti­menti di prevenzione. Anche la sa­nità pugliese si prepara alla Fase 2.

A differenza di quello che acca­drà in economia, questa seconda fase per il sistema sanitario ha un solo obiettivo: prepararsi alla pos­sibile seconda ondata di contagi che potrebbe spuntare nei prossi­mi mesi, verosimilmente in autun­no. «La prima ondata – dice Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e a capo del coordinamento emer­genze epidemiologiche della Re­gione – è stata sostanzialmente gestita. Adesso dovremo occupar­ci della prossima fase».

Lopalco sta mettendo a punto un nuovo piano di prevenzione che prevede un rafforzamento dei sistemi di indagine epidemio­logica. In vista della Fase 2 sarà quindi decisivo tenere a bada i contagi. Ecco perché la Regione non trascura nessuna ipotesi, nemmeno quella di distribuire mascherine per tutti i quattro mi­lioni di pugliesi.

«È una possibilità sulla quale stiamo ragionando – conferma Vito Montanaro, capo del dipartimento Salute della Re­gione e a capo della task force sull’emergenza Coronavirus — Dobbiamo capire se è realizzabi­le». L’ipotesi è di distribuire a domicilio mascherine di tipo chirur­gico a partire dal 4 maggio in poi, vale a dire da quando saranno al­lentate alcune misure restrittive varate dal governo per ridurre la diffusione del contagio. Ma nella seconda fase sarà importante an­che imparare da quello che è acca­duto durante la prima ondata.

Ecco perché la Regione ha deciso di aderire all’indagine sierologica va­rata dal ministero della Salute su 150 mila persone. Un’indagine che servirà a capire quanto e co­me ha circolato il virus in Italia e nelle varie regioni e che è uno dei cinque passaggi sanitari fondamentali individuati dal ministero per avviare la cosiddetta Fase 2: l’app di tracciamento, distanzia­mento sociale nei luoghi pubbli­ci, ospedali interamente Covid e potenziamento della prevenzio­ne sul territorio anche attraverso assunzioni nei dipartimenti di Prevenzioni. Tutte iniziative su cui la Regione è già al lavoro.

La commissione tecnico-scien­tifica nazionale ha individuato la tipologia di test sierologico più affidabile ai fini dello studio sulla circolazione del virus. Non si trat­ta di test rapidi che danno risulta­ti in pochi minuti con il prelievo di una goccia di sangue, ma di te­st che richiedono analisi di labora­torio. Sono 150 mila i prelievi che verranno effettuati in ambito na­zionale.

In Puglia si faranno 8-9 mila prelievi: «Saranno tutti ponderati. Non soltanto su fasce di età della popolazione, ma anche in base alle attività lavorative – spiega il professore Lopalco — Il ministero e l’Istat forniranno l’e­lenco delle persone che bisogne­rà chiamare e che saranno indivi­duate come campione naziona­le».

In seguito verrà individuato un laboratorio regionale che ana­lizzerà i prelievi e invierà i risulta­ti al ministero. Ma accanto a que­sta sperimentazione che segue un canale nazionale, si seguono anche altre strade per effettuare indagini sulla diffusione del vi­rus. E sono le strade aperte dai tanti Comuni che chiedono test rapidi sulla popolazione.

Per evi­tare che ogni singolo Comune prenda iniziative diverse dalle al­tre amministrazioni, la task force regionale ha emanato una diretti­va in cui elenca i soggetti da sotto­porre in maniera prioritaria al te­st (operatori sanitari, operatori delle forze dell’ordine e di servizi essenziali, impiegati di sportello ‘ e cassieri), consigliando pruden­za perché questi test non hanno valore diagnostico ma possono so­lo essere utilizzati come scree­ning per stimare la quota di popo­lazione che possiede anticorpi contro il virus.

Al termine delle va­rie analisi la Regione raccoglierà tutti i dati, ma tenendo ben distin­ti i risultati dell’indagine sierologi­ca da quelli dei test effettuati sui singoli territori.