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7 Maggio/ LA MELA E IL TORSOLO

Lettore, guarda alla sostanza del mio dire. Scosta la tenda, guarda dietro il velo, scopri il senso profondo delle immagini e non mancare di cercare per trovare cose che a una mente onesta potranno giovare. Quanto trovi di sco­rie, abbi il coraggio di gettarlo, ma conserva l’oro: che importa se esso è rac­chiuso nel sasso? Tu, infatti, non getti la mela a causa del torsolo.

JOHN BUNYAN

Calderaio divenuto predicatore libero e per questo rinchiuso in carcere dalle autorità per dodici anni, John Bunyan (1628-88) è una delle figure più originali e spirituali del protestantesimo inglese. In passato ho avuto occasione di leggere – non senza fatica – nell’origi­nale il suo capolavoro, Il viaggio del pellegrino, una vasta narrazione allegorica composta fra il 1678 e il 1684, della quale ho voluto pro­porre ora qualche riga presente nel prologo. Il pellegrinaggio in que­stione è quello deH’anima che dalla Città della Perdizione, capitale ideale di questo mondo, procede verso la Città Celeste, la Gerusa­lemme della verità, della giustizia e della pace.

Ma ciò che vorrei suggerire è tutto in quell’appello a saper scava­re e scovare nella cultura, nella realtà e nella società le gemme di be­ne e di verità che vi sono celate. Certo, ci sono scorie, sassi, rifiuti; ma è importante cercare con pazienza.

C’è, dunque, un ottimismo da conservare: anche se nella mela c’è il torsolo da buttare, la polpa è saporosa e nutriente. Bisogna, allora, mettere in pratica il detto paolino: «Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1 Tessalonicesi 5,21). Un aforisma orientale invita a scuotere il discorso degli uomi­ni per farne cadere le parole, simili a foglie, per scoprire i frutti, nel­la speranza che l’albero non sia solo fitto di fogliame.

Gianfranco Ravasi