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Tribunale di Foggia/ Al via Fase3: più processi fino a un massimo di dieci per ogni singola udienza

Cominciata ieri in Tribu­nale la «fase 3» dell’attività giu­diziaria con l’aumento del nu­mero di processi penali da poter celebrare. Un numero comun­que limitato, e con udienze a porte chiuse e uso di masche­rine, dalle misure in atto per evitare assembramenti e con­tatti ravvicinati all’interno de­gli uffici giudiziari per scongiu­rare eventuali contagi da Co- vid-19.

La nuova organizzazione del lavoro, secondo quanto pre­visto nel provvedimento firma­to lo scorso 28 maggio dal pre­sidente vicario del Tribunale Antonio Civita, resterà in vi­gore sino al 31 luglio, quando dovrebbe scattare la tradiziona­le sospensione feriale – in pra­tica in agosto si celebreranno soltanto i processi per direttis­sima – che durerà sino ai primi di settembre, quando l’attività a Palazzo di Giustizia dovrebbe avviarsi verso la normalizza­zione, pandemia permettendo.

Un riepilogo è necessario per capire cos’è successo e cosa suc­cederà nell’unico ufficio giudi­ziario della Capitanata – il Tri­bunale di Foggia – che copre un’utenza di oltre 600mila cit­tadini; ha prodotto nell’ultimo anno di rilevazioni (preso in esame il periodo 1 luglio 2018/30 giugno 2019) 4500 sentenze pe­nali tra sezioni collegiali, giu­dici monocratici, gup; e in cui lavorano 4000 avvocati iscritti all’Ordine forense di Foggia; 90 magistrati togati, circa 100 ono­rari; e 410 impiegati.

La fase 1: da metà marzo a metà maggio, su ordine del Go­verno causa emergenza coronavirus, fu sospesa a Foggia come nel resto dei Tribunali d’Italia, tutta l’attività giudiziaria con eccezione delle udienze di con­valida degli arresti e i processi per direttissima, celebrati in vi­deoconferenza: giudice e pm in aula collegata in video con il carcere o la caserma dove erano invece l’indagato e/o imputato e il suo legale.

Dà metà maggio – la cosiddet­ta «fase 2» rimasta in vigore si­no al 13 giugno – la ripartenza dell’attività giudiziaria fu dele­gata dal Governo ai presidenti dei Tribunali d’Italia. E il pre­sidente vicario di Foggia, An­tonio Civita, aveva adottato un primo provvedimento datato 21 aprile che prevedeva il rinvio di tutti i processi penali a date suc­cessive al 31 luglio 2020; pro­secuzione delle udienze di con- valida e dei processi per diret­tissima; celebrazione dei pro­cessi già programmati, purché fossero previste soltanto requi­sitorie del pm e arringhe difen­sive, per un massimo di 5 pro­cessi per ogni udienza davanti alla sezioni collegiali e con non più di 4 imputati; e un massimo di 5 processi per udienza davan­ti ai giudici monocratici con un massimo di 2 imputati; celebra­zione dei processi con detenuti a rischio scadenza termini di car­cerazione; e dei processi con de­tenuti soltanto su espressa ri­chiesta dell’imputato.

Venendo incontro poi alle ri­chieste di Ordine forense (in­terlocutore del presidente nella organizzazione dell’attività giu­diziaria) che si è fatto portavoce anche delle istanze di Camera penale e associazione «Avvoca­ti penalisti», il dr Civita ha ema­nato il provvedimento del 28 maggio entrato in vigore ieri, che amplia il numero e la ti­pologia dei processi da celebra­re sino al 31 luglio: i processi per ogni singola udienza, e dove sia prevista solo requisitoria e ar­ringa, davanti alle sezioni col­legiali restano 5 ma gli imputati sono passati ad un massimo di 5; quelli davanti ai monocratici sono passati da 5 a 10 e con un massimo di 3 imputati; ripresa di udienze preliminari e proces­si con riti alternativi (abbrevia­to e patteggiamento) davanti ai 6 gup in servizio, con un mas­simo di 10 cause per udienza e di 3 indagati/imputati. Via libera anche ai processi davanti a se­zioni collegiali e monocratici con detenuti in cui l’imputato chieda la trattazione della cau­sa, anche se c’è da svolgere at­tività istruttoria; quelli con sca­denza termini; quelli che pre­sentano carattere d’urgenza per assumere prove indifferibili.

Da ieri si celebrano poi anche i processi alla prima udienza, in cui si deve discutere unicamen­te di eccezioni preliminari e am­missione prove, senza ascoltare testimoni, verbalizzanti e con­sulenti. Da ieri in camera di consiglio poi si discuterà anche dell’applicazione di misure di prevenzione e dei cosiddetti «in­cidenti di esecuzione».