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Giustizia/ Avvocati Bari, Trani e Foggia, riaprire Tribunali. Protesta toghe in piazza contro paralisi attività giudiziaria

Circa 300 avvocati dei fori di Bari, Trani e Foggia sono scesi in piazza oggi, come in molte città italiane, per protestare contro la paralisi della Giustizia e chiedere la riapertura dei Tribunali. Negli oltre tre mesi di lockdown l’avvocatura distrettuale stima che siano stati rinviati circa l’80% dei processi civili e penali e che ancora oggi “la giustizia è in agonia per bulimia normativa e regolamentare”.

L’iniziativa “Salviamo la Giustizia” è stata promossa dall’Organismo congressuale forense con gli Ordini dei tre fori del distretto. Al centro dell’attenzione dell’avvocatura barese torna anche il tema dell’edilizia giudiziaria, con in presidenti di Ordine e Camera penale che chiedono al ministro di “riprendere l’iter per il polo della giustizia barese”.

“Abbiamo deciso di manifestare in piazza della Libertà a Bari, davanti al teatro Piccinni e al palazzo della Prefettura – dice il presidente degli avvocati baresi, Giovanni Stefanì – perché il nostro intento è richiamare all’attenzione dell’intera collettività sulla paralisi quasi totale della giustizia, rivendicando il nostro luogo di lavoro che è il Tribunale e il diritto alla difesa e alla giustizia che è diritto dei cittadini, non degli avvocati”.”I diritti di cittadini e imprese sono in attesa – continua Stefanì – , ostaggio di scelte inadeguate oltre che della deprecabile situazione in cui versa la nostra edilizia giudiziaria. In questo periodo, oltre al danno inferto dalla pandemia alla macchina della Giustizia, il nostro territorio registra la beffa dell’arresto dell’iter per la realizzazione del nuovo polo giudiziario”.

“Il ministro – ha detto il presidente dei penalisti, Guglielmo Starace – riapra il cassetto dove ha buttato la pratica del Tribunale di Bari”.Al Governo gli avvocati chiedono un “piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici giudiziari” e “una norma di legge, anche con decretazione d’urgenza, che consenta lo svolgimento di tutte le attività giudiziarie anche nei prossimi mesi di emergenza”, oltre “all’immediato stanziamento di risorse” per la “dotazione di adeguati strumenti informatici, di linee a banda larga e di personale tecnico di supporto per lo svolgimento in sicurezza delle attività da remoto”.