Il Governo ha recepito la proposta avanzata dal Pd pugliese sul Piano Casa con cui superare la pronuncia della Corte costituzionale che aveva bloccato numerosi interventi edilizi di rigenerazione urbana. La soluzione, trovata dai parlamentari Lacarra e Pagano insieme al presidente nazionale dell’Anci Decaro e finita nel decreto Semplificazioni, permetterà di sbloccare tali interventi e dare fiato a un settore messo peraltro a dura prova dalla crisi da Coronavirus evitando ulteriore consumo di suolo.
«Sin dalla sua genesi, il Piano Casa è stato bersaglio di critiche dure e il più delle volte infondate. La maggior parte di queste – spiegano i due deputati Pd – hanno fatto leva sulla retorica della speculazione e del deterioramento del territorio e del paesaggio, nonostante gli obiettivi inequivocabili della legge siano, al contrario, il recupero del patrimonio edilizio esistente e, più in generale, la riqualificazione delle nostre città.
L’inserimento della nostra proposta nel decreto (Art. 10) serve a riparare l’errore concettuale commesso dal Governo Giallo-Verde nel decreto “Sblocca cantieri”: uno sbaglio che è costato l’interruzione di migliaia di interventi di recupero edilizio. Basti pensare che nel nostro Paese, l’80% degli immobili hanno bisogno di interventi di adeguamento sismico strutturale e di efficientamento energetico.
Il Piano Casa nasce proprio con l’intento di incoraggiare quegli interventi (molto costosi) che permettono il recupero del patrimonio edilizio e, di conseguenza, disincentivare la costruzione di nuovi edifici con tutto ciò che ne consegue: consumo di nuovo suolo, cementificazione e riduzione degli standard urbanistici pubblici.
È vero che il Piano Casa – continuano – riconosce una maggiore volumetria a chi realizza interventi di riqualificazione, ma solo a fronte della cessione di parte della superficie da destinare agli spazi per i servizi pubblici e a migliorare la qualità insediativa. Peraltro, la normativa regionale del Piano Casa prevede che la ricostruzione, in ogni caso, non possa mai essere un modo per condonare gli abusi edilizi. Fa un po’ ridere che proprio le associazioni di difesa dell’ambiente facciano le barricate su questo tema.
La verità – concludono i due dem – è che la nostra storia nazionale è costellata da stop e passi indietro dettati più dal pregiudizio ideologico e acritico che da posizioni fondate».
Toma in vigore l’eco-edilizia, il lavoro, la riqualificazione degli immobili e la legalità, dice Fabiano Amati, consigliere regionale Pd. «È proprio vero: le cose si apprezzano quando vengono a mancare.
‘ La sentenza della Corte costituzionale del i 24 aprile scorso aveva reso inefficace il i Piano casa pugliese, sulla base della stretta interpretazione di una norma statale contenuta nello sblocca cantieri.
Un vero disastro, perché in un colpo solo – aggiunge – si mettevano in crisi l’intero settore edile, le professioni tecniche, le casse dei comuni e i progetti di riqualificazione. E il bello è che ci sono state pure sparute minoranze gaudenti, come se il diritto al piatto a tavola fosse appannaggio dei garantiti e dei benestanti con l’hobby di occuparsi solo a parole della povertà e dell’ambiente.
Il governo nazionale – prosegue Amati – ha invece dettato un principio di favore nei confronti degli interventi di riqualificazione su edifici esistenti, agevolati da incentivi volumetrici, per conseguire i migliori standard di eco-edilizia con minore consumo di suolo ed efficientamento energetico, il sostegno a un comparto a notevole densità di posti di lavoro e l’eliminazione della discrezionalità amministrativa della pubblica amministrazione per garantire maggiore legalità e minori tentazioni corruttive».
Ora «tutti i progetti di riqualificazione potranno andare avanti, a cominciare da quello del Comune di Bari per il suo lungomare».