Come era previsto fin dalle prime ore dopo la chiusura delle urne, le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale precipiteranno in un aula di tribunale, quella del Tar. Ieri si sono concluse le operazioni di conteggio e ricalcolo dei voti da parte dell’ufficio centrale della Corte d’appello di Bari. Ora’ si attende la formale proclamazione dei consiglieri eletti e l’invio dei verbali alla prefettura di Bari e al Consiglio regionale. A quel punto, la decisione dei giudici baresi sarà investita da una pioggia di ricorsi: dei singoli e delle forze politiche interessate. Il ricalcolo – a distanza di 40 giorni dal voto – ha rappresentato una specie di tsunami sull’originario prospetto indicato dalla prefettura di Bari: ha modificato i nomi degli eletti e pure il numero dei consiglieri che spettano alla maggioranza.
Come già riferito ieri, alla maggioranza che reggerà il presidente Michele Emiliano toccheranno 29 consiglieri su 50. E non i 27 attribuiti in un primo momento. Il premio di maggioranza (27,28 0 29 consiglieri) è graduale e dipende dalla percentuale dei voti conseguiti dalla coalizione vincitrice. I giudici della Corte d’appello hanno stabilito che vadano considerati i voti di tutte le liste coalizzate (erano 15) e non solo quelle che avevano superato lo sbarramento del 4% (solo 3). Si tratta – va detto – dell’interpretazione sostenuta da Emiliano, opposta a quella utilizzata 5 anni fa. Il Tar sarà chiamato ad esprimersi sul punto.
Il ricalcolo così eseguito genera effetti considerevoli: soprattutto cambia la «cifra elettorale» complessiva e quindi modifica i quozienti interi e i resti su cui definire l’attribuzione dei seggi. Ecco perché tale decisione da un lato sottrae due seggi all’opposizione (entrambi di centrodestra, 5 Stelle indenni) e dall’altra modifica anche i nomi degli eletti nel centrosinistra. Cambia fisionomia il quadro degli eletti del Pd (da 16 a 15): escono dall’elenco Domenico De Santis (consigliere di Emiliano) a Bari, Teresa Cicolella a Foggia e Sergio Blasi a Lecce. Ed entrano Ruggiero Mennea (Bat) e Michele Mazzarano (Taranto). Qui si concentra il primo nucleo di possibili ricorsi: sono gli esclusi del Pd.
Il secondo arriverà dai candidati di Senso civico (in particolare Alfonso Pisicchio ed Ernesto Abaterusso). Si tratta di una delle liste del centrosinistra che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. La legge, in maniera singolare, stabilisce che per determinare il premio di maggioranza si debbano sommare i voti di tutte le liste. Mentre per fissare la soglia di sbarramento chiede di prendere in considerazione i voti ai presidenti. In questo secondo caso Senso civico non raggiunge il quorum, sulle liste sì. Inoltre, come fatto mettere a verbale dall’avvocata Adalisa Campanelli, la somma dei voti ai presidenti non raggiunge il 100% ma il 90,4%. Come a dire: non si capisce il calcolo fatto dai giudici.
Va segnalato pure che la legge pre-determina i seggi per ogni provincia (Bari ne ha 15). Ma, in maniera singolare, non inserisce il criterio nella procedura di assegnazione dei seggi. L’esito è che la circoscrizione barese esprime 11 consiglieri invece di 15.
Infine, arriveranno i ricorsi del centrodestra: i singoli interessati, le liste e forse la coalizione. Il centrodestra perde due consiglieri, entrambi a Taranto, rispetto a quanto stabilito dalla prefettura di Bari. Uno è quello originariamente assegnato al forzista Vito De Palma, l’altro era stato attribuito al leghista Giacomo Conserva. Quest’ultimo verrà tuttavia ripescato nel caso probabile che il candidato presidente del centrodestra, Raffaele Fitto, scelga di restare a Bruxelles invece che diventare consigliere. Ciò non toglie che la Lega possa essere interessata ugualmente al ricorso.
Se al centrodestra fossero stati assegnati i seggi previsti dalla prefettura, Fitto sarebbe stato sostituito da Antonio Scalerà (la Puglia domani). Anch’egli probabilmente farà ricorso. Curiosissima coincidenza. Anche 5 anni fa Scalerà fu penalizzato dal riparto: ma per l’interpretazione della legge che ieri è stata ribaltata dalla Corte d’appello. In un modo 0 nell’altro, Scalerà ci rimette sempre.
Francesco Strippoli
corrieremezzogiorno