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Vieste/ CI PARLO IO CON CONTE, AMICO MIO.

Signor Presidente del Consiglio, anzi, permettimi di darti del tu, visto che siamo conterranei.

Sai cosa penso Conte?

Che non ha senso che ti sbatti tanto. Lascia stare… chi te lo fa fare? Il senso dello Stato? Ma!

Dovresti mettere l’esercito in strada. Posti di blocco. Contere mille proteste. Lascia perdere, davvero, ti accuserebbero di abuso di potere e addirittura di dittatura. Lascia che gli ospedali si riempiano. Lascia che la gente muoia anche solo in un banale incidente d’auto perché non ci sono ambulanze. Per un’otite non curata. Per una normale influenza trascurata. 

Tra l’altro non è nemmeno una idea tua quella del lockdown. È il comitato scientifico che ti implora, gli organi sanitari autorevoli a livello mondiale,

i cosiddetti “esperti”, guardando la curva dei contagi e dei ricoveri e dei decessi. 

Mi sembra evidente che un grosso pezzo di paese non abbia capito nulla. Che non voglia capire nulla. Vedo e sento cose che mi fanno inorridire per la totale stupidità. Quando non si capisce un problema la cosa più facile è   banalizzarlo. 

Aspetta che scendano in piazza per chiederti di fare il lockdown. Nel frattempo fregatene. Perché cerchi ancora di risolvere questo problema? Non la vogliamo una soluzione. Vogliamo continuare come se nulla fosse. Vogliamo vivere. E morire. Ma insomma lasciaci liberi.

Poi ovviamente ti diranno che dovevi chiudere prima. È così  che funziona, perché soffriamo di amnesia.

Io ci rinuncio. Mi sono rotto di discutere con persone che mettono sulla bilancia la salute e il denaro, facendo pendere il piatto per quest’ultimo o il divertimento prima della vita degli altri. La loro presunta libertà di girellare quando gli pare prima della vita degli altri.

Io mi sono rotto. Non serve. Non ne ho convinto uno che è uno. E ci ho provato. Ma è come discutere con i muri. 

Però una cosa voglio dirla.

Vaffanculo! Di cuore. 

Perché tutto ciò che è scritto qui glielo devo a un amico, un uomo forte nella vita ma che ho sentito piangere come un bambino indifeso perché in terapia intensiva , debilitato nel fisico ed abbattuto nello spirito.

Caro Conte, voglio darti un un’ultimo suggerimento: fai smettere di parlare gli esperti, che a volte creano anche confusione. Fai parlare quelli che hanno vissuto in prima persona questa drammatica esperienza o i famigliari che hanno perso i loro cari senza poterli vedere.Il termine incoscienza risulterebbe insufficiente definire questo  negare l’evidenza . 

Ti auguro forza e tenacia nell’ affrontare questo immane compito.

L’ ultimo pensiero è per te amico mio.

Coraggio! Di fronte all’ineluttabile ignoranza di certa gente non ci rimane che confidare nella forza d’animo di ognuno di noi.

Ti aspetto.

Gaetano Manfredi