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VIESTE – LA VITA COME L’ ARTE. IL TORMENTO DELL’ ARTISTA

Riceviamo e pubblichiamo

Caro amico,

sono felicissimo di saperti ristabilito e che sei ritornato alle tue occupazioni con pieno vigore e determinazione. Conoscendoti non avevo dubbi.

Tuttavia ti chiedi, e quindi mi chiedi, dopo quello che hai attraversato riguardo alla tua salute, perché  l’ uomo è perennemente prigioniero del tormento che ogni  sua opera, ogni suo fare, ogni suo progetto, non sia mai completamente concluso. Attanagliato da questa ossessione dell’ imperfetto , dell’ incompiuto. 

Cercherò di risponderti immedesimandomi nello stato d’ animo di colui che vuole dare forma  a ciò  che la sua anima sente e che vuole trasmettere: l’ Artista.

Ogni pittore, ogni scultore, ogni poeta ritiene la propria opera eternamente incompleta, seppur perfetta. Egli elabora continuamente, nella propria mente, la visione delle sue creazioni. È una insoddisfazione insita di ogni artista e questo perché ciò che lui crea non deve rimanere una semplice immagine o un semplice ornamento. La sua opera deve trasmettere qualcosa, deve parlare a chi la osserva . Egli ritiene che un ulteriore pennellata, quell’ ultimo colpo di scalpello, siano parole aggiunte che descrivono meglio il suo messaggio. La Pieta’ , che a noi sembra perfetta, se avesse potuto, il suo creatore, Michelangelo, l’ avrebbe modificata ogni qualvolta egli l’ osservava. Oppure Virgillio, che in punto di morte diede disposizione di bruciare l’ Eneide, fortunatamente non eseguita dai suoi amici facendo arrivare fino a noi un capolavoro unico. Nonostante tutto egli la riteneva ancora imperfetta.

L’ artista pone il limite del suo senso estetico in un punto che si identifica con l’ infinito. E questo costa fatica e abnegazione.

 Ecco! È questo il tormento di ogni artista, di ogni uomo: apporre un tocco, una pennellata, una parola al suo “Operato”, e la ritiene sempre incompleta. 

Ogni artista, ogni uomo parla inevitabilmente di sé attraverso le sue “opere”: qualunque sia l’ oggetto della sua ispirazione, emergono comunque i suoi sentimenti, le sue passioni, la sua visione del mondo. È un tumulto interriore a cui deve dare un ordine, e che deve essere riportato in ciò che crea. E più riesce, con tutta la forza della sua individualità, il suo talento, la sua passione,  il suo modo di raccontare sé stesso e il mondo , e più  egli è grande.

Lo sguardo di chi crea un’ opera, di chi crea qualcosa, va solo più  a fondo, scruta e analizza il suo interiore, esplora con senso critico il suo essere e gli fa vedere cose che ad altri sfuggono. Un’ opera , per l’ artista è un incessante divenire; tormento ed estasi.

Bisogna cambiarsi continuamente, osare, essere coraggiosi di apportare sempre un ultimo ritocco ,non abbattersi difronte alle avversità, guardare sempre dentro se stessi e non rimanere a crogiolarsi nella mediocrità.

Quindi, avvicinarsi alla perfezione il più  possibile finché siamo in vita, finché possiamo agire; perfezionarci sempre, in ogni momento, ora, adesso, attraverso le esperienze della vita, attraverso il lavoro, nel rapporto con gli altri, attraverso i nostri proggetti, attraverso la conoscenza; nonostante siamo consapevoli che questa stato  di perfezione lo raggiungeremo in una vita ultraterrena. Se esiste.

Ecco amico mio, procedi su questa strada per tutti gli aspetti che la vita ti prospettera’, e concepirai te stesso come origine e causa delle tue azioni, che non avranno altra determinazione che la tua volontà. E non avrai di che pentirti alla fine del tuo percorso.

Non sono sicuro che questa mia riflessione a riguardo abbia contribuito , almeno in parte , a dare una qualche risposta alle domande che ti poni, ma umilmente lo spero .

Riprendi i tuoi progetti con entusiasmo, ma con una nuova consapevolezza del valore della vita.

Stai bene.

Gaetano Manfredi

(Dedicato a tutti coloro che sono tornati)