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Cinisello Balsamo – Catturò il bel Renè, Tantimonaco eroe riscoperto

 “Cavallo di razza” della polizia, il viestano Piero Tantimonaco. fu protagonista negli anni ’70. Morì nel 1981 in un incidente mai chiarito. Vieste, per sempre lo ricorda con una strada a lui intitilata.

Un ero ecinesellese che sembra spuntato dal nulla. È sbucato fuori da un anonimo spartitraffico del viale Fulvio Testi, dove nei giorni scorsi è stato recuperato il cippo in pietra dedicato a Piero Tantimonaco (nella foto). A quarant’anni esatti dalla sua posa, quel pesante masso annerito dallo smog delle auto, è stato recuperato e riposizionato su un marciapiedi, tra il Fulvio Testi e viale Romagna. Pronto a raccontare la storia di un eroe milanese degli anni ’70 la cui vita si è spezzata a soli 25 anni, proprio lungo il tratto cinesellese del viale. Piero Tantimonaco, originario di Vieste, era approdato alla questura di Milano negli anni più caldi della criminalità. Un cavallodi razza, lo definivano i suoi superiori: prima ancora che compisse 25 anni, era già promosso a capitano della polizia di Stato, per i meriti che aveva conquistato sul campo. Assegnato alla Mobile, si era subito fatto notare per la sua completa dedizione al lavoro. Era un detective instancabile. E per questo fu fondamentale nella cattura di Renato Vallanzasca, poche ore dopo la sua evasione, e per lo smantellamento dei primi tentacoli della mafia in Lombardia. Un aneddoto raccontato dal fratello e riportato su alcuni siti della polizia, narra che Piero apprese dell’evasione del Bel René mentre si trovava dal barbiere: con la faccia ancora insaponata si precipitò al telefono radunando i suoi uomini a tempo di record. Dopo poche ore Vallanzasca era di nuovo dietrole sbarre. I racconti su di lui sono quasi mitici: «Non dorme più di 3 ore per notte – si racconta -. Riesce a farsi “prestare” autovetture diverse per i pedinamenti. Si traveste: stasera lo trovi in un night in abiti sofisticati, ieri era in un bar di Quarto Oggiaro, anonimo hippy metropolitano». La sua vita si è infranta il 22 febbraio del 1981 in un incidente stradale, dai contorni mai chiariti, lungo il tratto cinesellese di viale Fulvio Testi. In quel punto venne apposto un cippo di pietra, ma negli anni il viale è diventato sempre più trafficato, tanto che l’esistenza del cippo era stata dimenticata. Oggi, grazie all’intervento della Questura, il dirigente del commissariato di Cinisello Francesco Calzolaio ha potuto recuperare la pietra. In Comune, l’assessore Bernardo Aiello si è appassionato alla sua storia e, anche grazie all’intervento volontario dell’impresa Sa.Fa e di Salvatore Fausciana, ha provveduto al restauro del monumento che nei prossimi giorni sarà al centro di una cerimonia.

Rosario Palazzolo

Il Giorno

Piero, dopo la licenza liceale, entrato in Accademia di Polizia, e grazie ai suoi meriti, ha fatto una carriera meravigliosae fugace, forse presagio della tragica ed improvvisa morte sopraggiunta nell’hinterland milanese (era il comandante della1a sezione della Squadra Volante della Questura di Milano,a capo di 120 uomini) a soli 25 anni: era, allora, per meriti acquisiti sul campo, il più giovane capitano di Polizia d’Italia! La sua Vieste gli ha dedicato una strada, la Polizia, su espresso desiderio di Franco Gabrielli, lo vuole invece ancora una volta onorare dedicandogli, nella ricorrenza del quarantennale della sua scomparsa che cade il 22 febbraio p.v.,una cerimonia ufficiale che sarà allestita nel punto in cui avvenne il tragico episodio.

Nicola Tantimanoco