Può la cultura della prevenzione aiutare il mare a non essere soffocato dalla plastica? E come la promozione culturale attraverso le immagini può preservare ecosistemi delicati e importanti come l’Area marina protetta delle Isole Tremiti?-Parte da questi interrogativi la sfida lanciata dalla società di produzione cinematografica “Nira Studios” di Bologna che, nell’arcipelago, ha realizzato un docu-film sul fenomeno delle microplastiche. A guidare la troupe Giuseppe Barile, originario di Chieuti e da anni nel capoluogo felsineo dove lavora molto nel campo della cinematografica culturale dedicando particolare attenzione al suo territorio. In questo caso alle Isole Tremiti. «Siamo stati nell’Area marina protetta – commenta il ricercatore – per realizzare un documentario sull’impatto che le microplastiche hanno sugli ecosistemi marini». Una sinergia con un fenomeno che non è autoctono: grazie a un gioco di correnti alimentate dalla particolare conformazione dell’Adriatico, tutti residui plastici e di polistirolo approdano nelle cale delle Tremiti che di fatto si pone come una barriera naturale, trattenendole. «Durante le riprese fondamentale – aggiunge Barile – è stato l’apporto del territorio, con in testa il sindaco Antonio Fentini che denota una grande attenzione della comunità sul fenomeno. Fondamentale è stato anche l’apporto scientifico e la conoscenza del territorio messa in campo dal Marlin Tremiti e dal suo responsabile Adelmo Sorci».
Il tutto ha preso spunto da una ricerca del 2018 effettuata in collaborazione tra il Cnr di Genova (Ismar), l’Università Politecnica delle Marche e Greenpeace Italia, frutto dei campionamenti realizzati durante il tour “Meno plastica più Mediterraneo”, ed avente come oggetto di ricerca la quantità di microplastiche presenti nelle acque superficiali italiane, dover è emersa una quantità preoccupante nel bacino del Mediterraneo. In particolare nelle zona delle Isole Tremiti e di Portici, in provincia di Napoli tale quantitativo sarebbe addirittura comparabile a quello presente nei vortici oceanici del Pacifico del nord. Si è calcolato che nell’unico arcipelago diomedeo, si riscontrino lavori di microplastiche pari a 2,2 frammenti per metro cubo di acqua.
La produzione della plastica ha registrato un aumento nell’ultimo mezzo secolo, basti pensare che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. Le microplastiche presenti nei nostri mari sono suddivise in due macro-categorie: quelle primarie, che derivano principalmente da cosmetici, prodotti per l’igiene personale e scarti di produzione di materiali plastici, e quelle secondarie che derivano dalla frammentazione e degradazione di materiali di grandi dimensioni.
A fronte dei risultati di questi studi, il Comune delle Isole Tremiti, in collaborazione con il Parco nazionale Parco del Gargano, si è fatto promotore di una campagna plastic free, bandendo dal 2018 l’utilizzo della plastica dalle Isole e divenendo pertanto un punto di riferimento per la lotta all’inquinamento in ambiente isolano. Non solo, associazioni come il Marlin Tremiti, con il costante supporto del Cnr Ismar di Lesina, effettuano da anni un monitoraggio costante della Riserva marina fornendo importanti dati, utili al mantenimento dell’ecosistema marino.