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GARGANO/ BOOM DI TURISTI IPERIMINIZZATI. L’ASSALTO CON CONSEGUENTE SFREGIO DEL TERRITORIO. CRESCONO GLI EPISODI DI INCIVILTÀ

Ferragosto rappresenta il giro di boa del turismo regionale. E, per Vieste e il Gargano, in (attesa delle stime ufficiali), l’estate calda del «vaccino di massa» e del green pass presenta i crismi del boom, del tutto esaurito. Le cronache dolci raccontano di un ferragosto superstar per Vieste e il Gargano. Una stagione da record. Bollino strarosso sulla nostra statale con migliaia di turisti che ci hanno raggiunto. Ma il turismo maleducato (e nocivo) continua a ferirci. Troppi gli eccessi. A nulla è valso da parte delle autorità di alzare il livello di guardia con raccomandazioni e divieti. In redazione siamo inondati da foto eloquenti. Il Gargano iperiminizzato, dunque, preso letteralmente d’assalto.  Un risultato che contribuisce a rafforzare il Pil regionale (come amano ripetere i beni informati). Ci sarebbe, quindi, materia per gridare ad un altro miracolo viestano-garganico che sfonda anche quest’anno mercati del turismo. Ma, per non correre il rischio di restare abbagliati da un luccichio «sbiadito», occorre guardare all’altra faccia della medaglia, che è quella di un turismo mordi e fuggi, con una logica predatoria, spesso irrispettoso delle bellezze del territorio, della salvaguardia dell’habitat che abbiamo il dovere di conservare e trasmettere ai nostri figli. Così le nostre spiagge, non solo a tarda sera, si presentano come «campi di battaglia» in cui tribù contrapposte si contendono un lembo di spiaggia. Si dirà: è l’estate della rinascita dopo quasi due anni di «vita sospesa». Una giustificazione che non regge. La natura sta presentando il conto, con temperature inimmaginabili, incendi che distruggono oasi naturalistiche. A maggior ragione, quindi, ai turisti è richiesto un supplemento di responsabilità. La vacanza non significa assenza di regole e tanto meno di controlli. È una battaglia persa? No, il fatalismo è una malattia priva di vaccino. La mano pubblica deve inventarsi politiche turistiche sostenibili che possano salvaguardare la libertà di movimento dei cittadini (diritto costituzionale) e la difesa del mondo che ci è dato in prestito. In che modo? Con una serie di politiche in grado di favorire l’«estate lunga», con agevolazioni e più servizi ai turisti che ci scelgono a giugno e a settembre-ottobre. Alzare il livello di conoscenze. Altrimenti continueranno a nascere solo pizzerie e simil ristoranti. Se ne parla da sempre, ma con scarsi risultati. Occorre presentare e vendere il marchio-Gargano per renderci appetibili tutto l’anno promuovendo un turismo sostenibile e meno rapace. E questo per primi devono digerirlo i garganici. Il tema cruciale che abbiamo di fronte non è quello di porre limiti allo sviluppo del nostro turismo, ma di far crescere la consapevolezza che vi è un limite. Non sempre è tutto oro quello che luccica.