La Carta di Calenella rappresenta il primo, importante approdo documentario della comunità allargata e trasversale che si è ritrovata a discutere di futuro e prospettive del Gargano lo scorso 18 giugno. Il documento si presenta come una iniziale, fondativa cornice identitaria utile ad orientare il cammino che spazia in ambiti disciplinari molteplici e che mette insieme apporti scientifico i, tecnici, umanistici, giuridici, economici e sociali. Gli stessi protagonisti dell’evento si dicono convinti che l’incontro di Catenella sia servito a “tematizzare alcune idee per un’ipotesi di sviluppo sostenibile; formulare proposte che possano fungere da strumento di mobilitazione culturale e civica; riconnettere il territorio garganico, frantumato in logiche municipalistiche; rilanciare una riflessione (convegni, seminari) ferma da più di 25 anni”.

Sulla spinta ideativa e propulsiva del geobotanico vichese Nello Biscotti l’intrapresa è passata dalla fase organizzativa svolta in tempo di pandemia e prevalentemente via web alla fase fondativa che ha visto appunto nella giornata di lavori a Calenella la prima occasione di incontro in presenza degli aderenti al progetto: “La ricognizione, sia pure parziale, svolta in occasione dell’incontro di Catenella da un lato ha confermato l’enorme patrimonio di conoscenze disponibili attorno all’ “oggetto” Gargano, dall’altro ha palesato che la maggior parte degli studiosi opera “fuori” del proprio territorio natio. L’emigrazione intellettuale, fenomeno sicuramente antico, si è intensificata ulteriormente in questi ulteriori decenni mentre le nuove forme di lavoro a distanza favorite dalla rivoluzione digitale non hanno determinato nuovi casi di radicamento” è scritto nella introduzione alla Carta. Dopo una descrizione d’insieme del contesto e delle questioni locali e globali sono indicati i principi a cui il gruppo di lavoro si ispira: l’impegno nel perseguire la tutela e la valorizzazione dei beni comuni, perseguire il valore dell’integrazione dei saperi relativi a tutti gli ambiti, evitando separazioni e superando contrapposizioni, cooperare con le realtà transadriatiche, mettere al centro il valore della sostenibilità, incrementare e preservare il capitate umano, culturale e sociale, curare e tenere vivo il rapporto con le istituzioni locali, regionali e i gruppi d’interesse, considerare prioritari il sistema educativo pubblico e privato, i sistemi bibliotecari e archivistici e il sistema universitario. Si conferma l’attenzione orientata ad operare con un approccio integrato ai saperi, ad includere i processi di innovazione digitale, le identità del territorio e l’integrazione culturale e sociale, creare un concreto punto di riferimento culturale, scientifico, storico, economico per la comunità tutta, nel rispetto delle proprie vocazioni, proporsi come opportunità anche per l’impresa ed il mondo economico-finanziario per qualificare le loro attività, le produzioni, i servizi.

Da questa cornice valoriale si intende dare forma alte iniziative che d’ora innanzi saranno promosse dal sodalizio che del presente e del passato ha compreso la lezione di ciò che non deve essere replicato sul territorio, in una sorta di descrizione di ciò che il Gargano non deve essere: “Il venir meno del fascino quasi ancestrale del Gargano ne ha generato una visione banalizzata, riducendola a immagini da cartolina e dépliants turistici, opposta a narrazioni fosche intrise di cronaca nera, romanzi-denuncia, fiction cinematografiche, purtroppo con molti elementi di verità. Cruciale importanza hanno le economie locali, le dinamiche socio-economiche delle comunità garganiche, che da troppo tempo non sono adeguatamente indagate. Lo spopolamento vistoso continua a colpire quasi tutti i comuni del promontorio; diventano sempre più paesi “fantasma” e la loro “morte” sembra ormai inevitabile. Quel che si coglie, inoltre, è che lo sviluppo turistico non ha creato ricchezza diffusa. E’ la conferma che il turismo non può essere la soluzione alternativa ai modelli economici storici, abbandonati e devastati dall’emigrazione e dai cambiamenti sociali ai quali non sono rimasti estranei. I livelli e gli strumenti di analisi, programmazione e pianificazione in atto da anni sul Gargano (Piani di sviluppo Comunità Montana, Parco, Provincia, Piani urbanistici) non hanno spesso conseguito i risultati sperati e molte volte non sono stati realmente applicati e verificati”.