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FINO AL 2 OTTOBRE LUCI SU VIESTE, CENTO NAZIONI S’INCONTRANO SIMBOLICAMENTE IN PUGLIA PER CELEBRARE LA RIPARTENZA

Dal drago cinese alla sirenetta simbolo di Copenaghen. Dal Lama alpaca del Perù alla regina d’Inghilterra. Cento nazioni s’incontrano simbolicamente a Vieste con l’esposizione di altrettante sculture luminose, dedicate a luoghi diversi e tra loro lontani. Così le luminarie, icone dell’arte di Puglia, diventano strumento per tenere unito quel mondo che ha affrontato la pandemia e ora prova a rialzarsi.

Accade quindi che dieci giovani designers, con la loro creatività, reinterpretino l’artigianato tradizionale vestendo di colori un percorso di oltre 1 km nel cuore del Gargano. Si chiama «Luci su Vieste» ed è un modo per ricominciare. Dopo il Covid. Un monumento luminoso diffuso per incitare alla rinascita e alla

C’è Luca Desiderato che, con le sue opere, ricorda come la natura- durante il lockdown- sia riuscita a riprendersi i suoi spazi. Così l’Artide è raffigurata con il volto dell’orso polare vittima della crisi climatica e dello scioglimento dei ghiacciai. Mentre le Isole Mauritius rivivono nel dodo, animale semplice che- dopo milioni di anni- si è estinto a causa dell’uomo.

C’è Chiara Ventrella, che parla di «progetto dedicato alla rinascita». Anche in questo caso, ci si muove «tra simboli e tradizioni». Ogni Paese è raffigurato con una sua caratteristica. Così, in Australia, con Maria Paola d’Amato e Claudia Inglese non possono mancare i mari solcati da surfisti di oggi e coloni di ieri. Dalla natura al contesto storico o sociale: come nel caso di Davide Scassillo e Margherita Valente che hanno immaginato l’Afghanistan come un soldato che, dopo anni di guerra, esce dalla trincea o il Bahrein come una serie di sguardi che si svelano togliendosi il Niqab. Veronica Condello ha scelto i volti. Non più coperti dalla mascherina in difesa del Covid, ma liberi: agghindati con copricapi, maschere- come quelle cerimoniali del Senegal- o con i costumi del Carnevale di Mindelo, a Capo Verde.

E se la pandemia ha impedito a lungo gli spostamenti, ecco che questo itinerario fatto di immagini vuole «evocare, sia nelle persone originarie di quei paesi sia nei turisti che ci sono stati, ricordi ed emozioni» come spiega Letizia Bagnato. Ma in questo viaggio attorno al mondo, non può mancare l’Italia. Ha il volto del sommo poeta nell’estro di Daniela Colasanto e Asia Consueto e nell’anno del settecentesimo anniversario dalla sua morte.

L’installazione a cielo aperto è stata ideata dal regista e attore Elio Colasanto e promossa dal comune di Vieste e sarà visitabile sino al prossimo 2 ottobre. «La luminaria in molte città del sud, non solo pugliesi, è l’addobbo per eccellenza nelle piazze- spiega il direttore artistico Colasanto- e per le comunità significa gioia. Per questo abbiamo immaginato questa unione che raccogliesse il mondo intero: illuminando simbolicamente tutti i popoli e, dunque, l’intera umanità».

Migliaia le luci installate sulle cento luminarie. E poi quella più grande di tutte che sfiora i 4 metri di diametro, disegnata dall’artista anglo-canadese Matthew Watkins, definita da lui stesso «UncontainableArt», arte senza confini. Rimarrà alla città, per ricordare il progetto e, più in generale, questo periodo. «È un mondo con all’interno i trulli, i campi di grano. Insomma l’idea di un paradiso a forma di Puglia».

Valeria D’Autilia

La Tribuna di Treviso